Cultura

L'arte profuma di caffè: i quadri di Abdou Khadre Ba, ospite alla conviviale del Rotary San Marco

Lui l’arte la respira attraverso ogni cellula del corpo, e ha trovato il modo di farla respirare anche agli altri. Abdou Kadra Ba ha 24 anni, è arrivato in Italia un anno fa su un barcone e dipinge quadri con il caffè solubile.

Nato a Bakaw, un villaggio del Gambia, Abdou ha imparato a dipingere in tenera età, da autodidatta: “Ho sempre amato l’arte, specie quella italiana”, conosce i nostri più grandi pittori e scultori e ha una predilizione per Raffaello e Leonardo. Abdou ha attraversato 5 Paesi africani e affrontato una difficile traversata in mare per arrivare qui.

Ma perché sei venuto in Italia?, gli chiedo. “Voglio studiare. Nel mio Paese le scuole di arte costano tanto e la mia famiglia non aveva abbastanza soldi. Io voglio affinare le tecniche che conosco, impararne di nuove, parlare con altri artisti e scambiarci le idee”.

L’avventura di Abdou inizia a Milano, dove conosce la scrittrice e giornalista Valeria Benatti al centro di accoglienza Corelli: “Ero volontaria al centro, insegnavo italiano tutti i martedì – racconta – un giorno ho sentito una musica africana provenire da una delle stanze. Sono entrata e ho trovato Abdou intento a dipingere con il caffè solubile”. Valeria, colpita dal talento e dalla storia del giovane ha deciso di aiutarlo a realizzare il suo sogno riuscendo ad organizzare una mostra al Carlyle di Milano: “Leggo e sento troppe cattiverie e prese di posizione razziste sull’immigrazione – ha aggiunto Valeria – Se si va a conoscere questi ragazzi, se li si ascolta, i muri di diffidenza che noi stessi creiamo crollano inesorabilmente”.

Cerchi, spigoli, geometrice, tutte le sfumature dal marrone e quel profumo di caffè che penetra dolce nel naso. I disegni di Abdou raccontano mondi lontani, che l’artista vorrebbe avvicinare: “Quando dipingo mi sento come se narrassi la storia, non solo quella africana. In fondo siamo tutti uguali, tutti esseri umani. E io dipingo persone, i loro sguardi e la loro vita”.

Non è usuale ascoltare storie così al Rotary Club, ma il presidente Lorenza Branchi vuole “cercare di dare un’idea di Rotary che vada in mezzo alla gente, che non si sottragga dalla lettura della realtà e che affronti quelle tematiche di attualità sennza fingere di non vederle. La mission del Club deve essere anche quella di contribuire a togliere i veli da certi argomenti”.

Ambra Bellandi

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