Politica

Renato Ancorotti: 'La politica non ha bisogno di perpetue brontolone'

“Sono fuori dalla politica e non ho tempo da dedicare a queste risse da bar, ma se mi tirano in mezzo mi difendo”. Non ci sta Renato Ancorotti a vedersi attaccato da Antonio Agazzi, che nel comunicato inviato questa mattina lo ha citato tra i “tracotanti che hanno imposto la candidatura di Enrico Zucchi” alle comunali. Comunicato che il neo capogruppo Azzurro in Consiglio aveva spedito ai media per rispondere a Chironi, Giubilo e Perolini.

Presidente, cosa ne pensa dell’ultima bagarre che si è creata in Forza Italia? “Ho letto le parole dei componenti del coordinamento e le ho trovate in linea con il mio pensiero e con quanto avevo spiegato quando ho rassegnato le dimissioni dal partito. E’ assolutamente veritiero che Forza Italia non sia stata capace di esprimere un candidato, ed è altrettanto vero che sia Agazzi che Simone Beretta e Gianmario Donida si stessero contendendo la poltrona da sindaco. Zucchi si è inserito in un vuoto riuscendo a portare a casa un ottimo risultato. Le diffamazioni che gli sono state rivolte e il volergli addossare la colpa della sconfitta trovo siano atteggiamenti vergognosi, tanto più che i 3 che volevano candidarsi avrebbero comunque perso. Resto convinto che se Zucchi non piaceva a qualcuno, questo qualcuno, per dignità, avrebbe dovuto stare fuori dalla lista”.

Come vede l’attuale gestione del partito? “Forza Italia com’è ora non risulta più attrattiva e molti di centrodestra mi hanno confessato che finché sarà piena della vecchia Democrazia Cristiana, non la voteranno più. Non c’è modernità, non c’è alcun ricambio. Da troppo tempo ci sono persone che gravitano nel partito con la massima ambizione a sedere sullo scranno di consigliere comunale. Ma questo per me non è un successo. Il presidente Berlusconi ha sempre sostenuto che alla politica occorrono uomini che abbiano lavorato”.

E per quanto riguarda Agazzi? “Non capisco perché si ostini a tirarmi in mezzo a queste cose. Antonio mi sembra (detto con la massima carineria possibile) una ‘vecchia perpetua brontolona’. Che abbia preso 404 voti è importante, ma questo non risolve la crisi occupazionale del mondo, come non l’ho risolta io quando ne ho presi altrettanti. Anche l’assessore Fabio Bergamaschi ne ha prese 389, ed è in Comune da 5 anni, e magari tra 20 avrà raccolto, politicamente parlando, qualcosa in più di Agazzi”.

Ha definito lei, Rossoni, Malvezzi e Salini ‘tracotanti nell’imposizione di Zucchi’ come candidato sindaco… “La tracotanza di cui parla Agazzi non è nota ai più. Credo sia una scusa per colmare il vuoto che contraddistingue la sua azione politica. Per quanto riguarda le mie amicizie: ne vado ben fiero. Malvezzi, Salini e Rossoni hanno anteposto i fatti alle parole: stanno lavorando per il territorio, ognuno al proprio livello. Sono di Cl? E chissenefrega! Io guardo i risultati, il resto è aria… ‘agazziana’. In ogni caso il loro successo politico è evidente e va ben oltre l’essere consiglieri comunali d’opposizione”.

Agazzi ha sottolineato come lui e Beretta abbiano portato a Forza Italia, e quindi a Zucchi, 600 voti. Senza di loro come sarebbe stato il risultato del partito? “Magari Forza Italia ne avrebbe presi 1.000 in più. Chi può dirlo? Sarebbe interessante fare una prova. Comunque basta guardare il fatto che la Lega Nord sia in ascesa e Forza Italia abbia invece perso consensi. Sia Agazzi che Beretta dovrebbero però farsi una ragione del fatto che non bastano 200 o 400 preferenze per diventare sindaco. E magari anche un esame di coscienza se il partito non è più in grado di attirare i giovani. Qualche colpa, forse, l’hanno anche loro”.

Cosa farà adesso? E’ davvero fuori dalla politica? “Sono un imprenditore. Il mio obiettivo principale è quello di dare lavoro e serenità alle famiglie e di permettere ai giovani di costruirsi un futuro. Sono certo, comunque, che ai cittadini cremaschi poco interessi di queste beghe e che vogliano risposte concrete. Il chiacchiericcio ha stancato”.

Ambra Bellandi

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