Avvocati, ancora scioperi in vista. Incrociano le braccia anche pm, got e gdp
Una nuova astensione degli avvocati penalisti è stata proclamata dalla Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane per il 2,3,4,5 maggio 2017. Si tratta della terza settimana di sciopero dopo quelle di marzo e aprile. Astensioni alle quali anche gli avvocati cremonesi hanno aderito numerosi. “La protesta”, si legge in un comunicato della Camera Penale di Cremona e Crema ‘Sandro Bocchi’, “continua a riguardare il disegno di legge governativo in materia di riforma del processo penale, approvato il 15 marzo con il voto di fiducia posto dal Governo in Senato: la Giunta ritiene che il Governo debba essere nuovamente richiamato alla responsabilità politica del mantenimento della scelta di riproporre il voto di fiducia anche davanti alla Camera, che conferma il perdurare di un atteggiamento di inammissibile disprezzo nei confronti del dibattito parlamentare, unica garanzia di una approfondita e meditata valutazione di una riforma che contiene al suo interno interventi normativi che deprimono le garanzie del processo, violando i principi costituzionali della immediatezza e del contraddittorio, ma anche la presunzione di innocenza ed il diritto alla vita, nel disprezzo delle esigenze degli imputati, delle persone offese e dell’intera collettività”.
Ad incrociare le braccia, in questi giorni (dal 17 al 23 aprile 2017), sono anche pm, giudici onorari e giudici di pace. A Cremona non tutti, però, hanno aderito. Ieri le udienze si sono svolte normalmente alla presenza del pm onorario Silvia Manfredi, così come hanno lavorato i giudici di pace Daniela Badini e Gaetano Lecce. Oggi, invece, le udienze che si tenevano davanti al giudice onorario Cristina Pavarani sono state rinviate in quanto il magistrato, e di conseguenza anche il pm onorario di udienza Barbara Tagliafierro, hanno aderito alla protesta. Lo sciopero dei pm e dei magistrati onorari è stato proclamato “per difendere il proprio diritto a svolgere le funzioni loro affidate in condizioni dignitose – e rispettose di quella indipendenza che la Costituzione riconosce a tutti i magistrati a tutela del cittadino – e per ribadire la propria volontà di fornire un effettivo e sempre maggiore supporto alla magistratura di ruolo, con la lealtà e lo spirito di servizio da sempre manifestato in anni di professione, chiedendo al Governo il varo tempestivo di una riforma seria della categoria, che attui i diritti loro riconosciuti dalla Costituzione, dal diritto dell’Unione europea e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, eliminando ogni forma di ingiustificata discriminazione che non trovi puntuale e proporzionale giustificazione nella specificità delle funzioni loro affidate”.