Il Campanone è tornato e presto ricomincerà a suonare in Duomo
Restauro perfettamente riuscito: il Campanone è tornato a Crema.
Un intervento lungo oltre quattro mesi, che si è svolto interamente a Innsbruck, presso la fonderia “Grassmayr”.
“Il restauro si è protratto oltre il tempo previsto per una crepa che è stata scoperta immergendo la campana in sede di analisi” ha spiegato Vania Zucchetti, direttrice dei lavori insieme a Mario Scaramuzza. Il Campanone era infatti stato portato in Austria a causa di due crepe, visibili a occhio nudo, sopra le maniglie. Nell’immergere la campana maggiore del Duomo nel liquido penetrante, i restauratori si sono accorti della terza crepa presente sulla calotta.
La riparazione, data l’estensione delle crepe, ha comportato l’utilizzo di diverse tecniche per rendere la calotta idonea all’armonioso e particolare sistema di suono “a salto”, detto anche “in scala cremasca” in re bemolle.
Il concerto di campane è stato realizzato nel 1753 dalla fonderia cremasca di Domenico Crespi, del quale sono incise le iniziali proprio sul Campanone. Quest’ultimo ha un diametro di 1 metro e 320 centimetri e un peso di 1.380 chilogrammi. La lega in bronzo è composta per il 78% di rame e il 22% di stagno.
“Sono state inserite delle barre composte della stessa lega dove erano presenti le crepe – ha continuato Zucchetti – la fusione a 1.200 gradi ha permesso che queste si amalgamassero perfettamente con le pareti della campana, rimarginando le singole fessure. Le saldature sono poi state patinate dalla ditta ‘Sabbadini’ per conferire un aspetto omogeneo”.
Nelle prossime due o tre settimane il Campanone verrà riunito al concerto nella cella campanaria della cattedrale, tornando così a suonare per tutti i cremaschi.
Ambra Bellandi