Politica

Da Crema al referendum: tutti i guai di Forza Italia

Il coordinatore di Forza Italia, Gianmario Donida

Più che una brutta aria, è un uragano quello che sta investendo il circolo comunale di Forza Italia. Le due anime del partito cittadino – cristallizzate dal congresso dello scorso marzo – virano al divorzio. Lo dimostra la lettera inviata nei giorni scorsi al coordinatore, Gianmario Donida. Firmata da 11 membri del coordinamento, spiega che “il partito è diviso a metà”. La lettera non è per nulla piaciuta a Donida, che nel comunicato di replica la bolla come “pretestuosa e strumentale”. Ma andiamo con ordine.

I malumori interni a Forza Italia sono diventati ancora più evidenti a partire dall’elezione di Donida durante il congresso cittadino del 6 marzo. Alcuni membri del coordinamento avevano pubblicamente esposto la propria contrarietà al fatto che Donida già incarnasse il ruolo di presidente del club Forza Silvio Crema 1. Proprio questo aspetto è stato ripreso nella lettera inviata al coordinatore, in cui i firmatari – Renato Ancorotti, Enzo Bettinelli, Paola Orini, Roberta Giubilo, Stefania Longo, Monica Uggè, Lorenzo Perolini, Giovanni Palumbo, Piero Margheritti, Ercole Barbati e Simone Beretta – chiedono “quando rassegnerà le proprie dimissioni da presidente del club”.

Altro aspetto recriminato a Donida è quello di aver “avviato rapporti politici con altri partiti”. Il riferimento è agli incontri con gruppi di minoranza come la lista Solo cose buone per Crema e Fratelli d’Italia, ai quali in questi giorni si sono aggiunti l’Udc e il Nuovo Centrodestra. “Li sta tenendo in virtù di quale mandato politico – domandano gli 11 firmatari – di quale linea politica e con quale strategia ed eventualmente con quale delegazione concordata?”.

A proposito di strategie politiche, non è ancora chiaro quale linea il partito intenda seguire rispetto al nuovo assetto degli enti locali. Risulta dunque un “gravissimo errore l’avere impegnato Forza Italia ad un confronto pubblico sull’Area vasta senza che nel merito il coordinamento comunale abbia condiviso ed assunto una qualche linea di indirizzo che, allo stato dell’arte, non esiste. Un’azione politicamente pericolosa sul piano del consenso, priva di lungimiranza e grave sul piano della responsabilità politica”.

Dal canto suo, il coordinatore risponde punto su punto alle critiche, dapprima rispetto agli incontri con le altre forze di minoranza: citando lo statuto del partito – Il Coordinatore Comunale rappresenta il Movimento nelle sedi istituzionali e politiche nell’ambito del Comune e determina la linea politica del Movimento a livello comunale – suggerisce che “il problema non siano gli incontro in sé, ma invece sia il fatto che qualcuno di quelli che hanno scritto avrebbe voluto partecipare, ma non è titolato a farlo”.

Quanto invece all’incontro pubblico con Claudio Pedrazzini, sulla riforma degli enti locali, Donida spiega: “non ho preso nessuna posizione ufficiale ne personale. È stato un incontro/confronto solo informativo, quindi la loro critica non è assolutamente giustificata. È balzato all’occhio di tutti e della stampa, invece, come metà del coordinamento non fosse presente ad un incontro dove il relatore non era del Pd, ma era bensì il capogruppo di FI in regione Lombardia, cioè anche del loro proprio partito”.

E questi – così come l’indirizzo da tenere al referendum costituzionale – non saranno che una parte dei temi da trattare nel prossimo coordinamento cittadino, convocato il 29 maggio. A un anno di distanza dalle elezioni amministrative di Crema, in molti si interrogano sul futuro candidato di centrodestra – alcune ipotesi sono già state scartate pubblicamente dai diretti interessati, e un noto esponente, scherzando, ha già rilevato come lo stesso Bruttomesso fosse stato presentato nell’ultimo periodo – ma di risposte ufficiali ancora non ce ne sono. Segno, questo, che le priorità al momento potrebbero essere altre.

Stefano Zaninelli

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