Politica

Enti locali, al tavolo di confronto niente invito per i cremaschi

Non si è trattato di una svista. Il mancato invito dei rappresentanti cremaschi al tavolo di confronto sul riordino degli enti locali ha un senso preciso: l’area omogenea cremasca ancora non è stata riconosciuta a livello istituzionale, perciò non ha diritto a rivendicare un posto. In altre parole, il destino del territorio cremasco potrebbe dipendere dai vertici dell’ex provincia di Cremona.

Ne ha avuto conferma il consigliere regionale Agostino Alloni (Pd), durante un confronto con il sottosegretario regionale alle riforme Daniele Nava. La decisione di Nava muove dalla norma con cui i tavoli di confronto sono stati istituiti, ovvero la legge regionale numero 19 dell’8 luglio 2015. Scopo di tali strumenti – dettaglia l’articolo 7 – è “indicare[…] le zone omogenee eventualmente individuate dagli statuti provinciali quali ambiti territoriali ottimali per lo svolgimento in forma associata, da parte dei comuni ricompresi negli stessi ambiti, di specifiche funzioni e servizi comunali”.

L’appuntamento per l’ex provincia di Cremona è fissato a venerdì 22 aprile, alle ore 14.30 presso l’Ufficio territoriale regionale di Cremona. Secondo le intenzioni della giunta regionale, sono invitati ai tavoli di confronto “assessori, sottosegretari e consiglieri regionali di riferimento del territorio, presidente della provincia, sindaco del Comune capoluogo, un rappresentante di Anci e/o di altre associazioni di Enti locali, un rappresentante delle Comunità montane (dove presenti), presidente della Camera di Commercio. Ai tavoli sono invitati a partecipare anche i prefetti”.

Sbarramenti netti la norma non ne prescrive. Ciò lascia adito ad una vasta gamma di interpretazioni, tutte ugualmente plausibili. E già qualche malizioso insinua sia un “favore” a Cremona, che pur snobbando le terre ad ovest sa che il Cremasco rimane fondamentale, ancor più a livello economico.
Di certo c’è che i sindaci cremaschi non si fermeranno di fronte a un diniego. L’adesione al presidio in qualità di uditori cresce con il passare delle ore. E chissà che determinazione e compattezza anche stavolta non sortiscano l’effetto sperato.

Stefano Zaninelli

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