Politica

Luoghi di culto islamici, Forza Italia si oppone

Dopo la Lega, anche il coordinamento di Forza Italia si schiera contro la concessione di un'area per la realizzazione di un luogo di culto di matrice islamica. Lo rende noto Gianmario Donida, puntando il dito con l'amministrazione e ricordando che al progetto si frappongono il ricorso al Tar di Agazzi e le 5 mila firme raccolte in piazza durante lo scorso anno.

“Forza Italia Crema chiede al sindaco Stefania Bonaldi e alla sua giunta di recedere dal progetto di realizzazione di una moschea o di un centro culturale islamico a Crema”. Questo quanto comunica Gianmario Donida – neocoordinatore della sezione cremasca di Forza Italia – all’approssimarsi della votazione in Consiglio comunale del bando per la realizzazione di un luogo di culto in via Milano, già contestato nei giorni scorsi dalla Lega Nord.

FIRME E OSSERVAZIONI – La storia della contestazione del bando parte da lontano, dalle 5 mila firme raccolte lo scorso anno e protocollate in Comune. “Tantissimi elettori, anche di centrosinistra – spiega Donida – hanno voluto criticare questo progetto estraneo al programma dell’attuale amministrazione”. A ciò si aggiungono le osservazioni in merito alla variante al Pgt necessaria al progetto: “L’osservazione più eclatante che ci è stata accolta è stata quella dove abbiamo chiesto di eliminare dalle aree oggi oggetto di concessione le parole comunità islamica”.

TAR ED EMENDAMENTI – A proposito di Pgt, è atteso per l’estate l’esito del ricorso di Antonio Agazzi in merito alla seduta del 23 luglio 2015, quando Emilio Guerini subentrò come vicepresidente del Consiglio dopo le dimissioni di Agazzi: “Seduta illegittima – sentenzia Donida – deliberazione perciò da annullare, essendo stati violati il Testo Unico degli enti locali e lo Statuto del Comune”. Infine, in Consiglio gli esponenti forzisti presenteranno nuovi emendamenti: “Ad una prima lettura, il bando di gara sembra debba concedere un’area per far insediare una struttura paramilitare o un’associazione terroristica, invece che un luogo di culto”.

BISOGNI – “Questo progetto – chiosa il coordinatore – è stato gestito dalla Bonaldi in modo superficiale e ha costretto la comunità alla sua divisione. La tenacia e caparbietà con cui l’amministrazione vuole portare a conclusione questo progetto, rispetto ad altri argomenti più importanti come la mancanza di lavoro, la sicurezza, il carico dei bisogni sociali, denota l’incapacità di vedere i reali bisogni della comunità. Infine, l’incuranza del tempo fatto perdere alla comunità per esprimersi su un tema che non è stato oggetto del programma elettorale che l’ha fatta eleggere”.

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