Cultura

San Domenico,
il teatro di città
guarda all’Europa

Nella foto, Antonio Chessa, Francesco Ungaro, Giuseppe Strada.

“Il teatro deve tornare ad essere quello che è stato nell’antica Grecia, dove i cittadini erano il perno attorno al quale esso ruotava. Credo nella funzione pubblica del teatro, quale veicolo di educazione e formazione, come luogo dove coltivare conoscenza e coscienza critica”. Queste le parole di Francesco Ungaro, nuovo direttore del teatro San Domenico, stamattina alla sua presentazione ufficiale alla stampa. L’incontro si è svolto nel foyer del teatro di piazza Trento e Trieste, davanti ad una folta rappresentanza degli organi di informazione.

DIRETTORE – A fare gli onori di casa ci ha pensato Giuseppe Strada, presidente della fondazione San Domenico: “Siamo molto soddisfatti di questa scelta – ha commentato – siamo sicuri di aver scelto il meglio che c’era sulla piazza, sia sotto il profilo del curriculum, sia rispetto al progetto ai progetti che ci sono stati proposti”. Ungaro – 63 anni, salentino – proviene da una lunga esperienza nell’ambito teatrale: sia in qualità di direttore artistico, sia come project manager. Ha fondato e diretto il teatro Koreja di Lecce per 30 anni e, ad oggi, è impegnato nell’Accademia mediterranea dell’attore.

TEATRO E CITTÀ – Una delle direzioni sulle quali intende incentrare il suo lavoro, ha spiegato Ungaro, è quella che mira a “far sentire il teatro sempre più come un bene della città, rispetto al quale i cittadini si identifichino. In tal senso, sarà molto importante lavorare sul coinvolgimento del tessuto cittadino, sia a livello di associazionismo, sia tessendo rapporti con le forze imprenditoriali. Soprattutto bisognerà lavorare sui cittadini che attualmente non frequentano il teatro. Non dobbiamo sottovalutare i giovani ed il ricambio generazionale, motivo per cui non trascureremo la programmazione”.

OLTRE CREMA – Seconda linea d’indirizzo della strategia d’azione del nuovo direttore è quella dell’internazionalizzazione: “lavorare sulla dimensione internazionale significa mirare ad inserire il teatro in un sistema di rete di teatri pubblici e municipali – ha commentato Ungaro – credo che la mia esperienza in questo campo possa tornare molto utile. Dunque ci concentreremo sulla progettazione e sulla partecipazione a bandi europei; il sogno è quello di instaurare un rapporto anche con il teatro dei Balcani”; Ungaro – tra le altre cose – si occupa di teatro internazionale per la rivista Hystrio.

IDENTITÀ – Nessuno stravolgimento al palinsestoattuale: Ungaro inizierà a mettere mano alla programmazione a partire dalla stagione teatrale 2016-2017. L’approccio, ha affermato il neodirettore, sarà multidisciplinare, cercando di dare spazio a tutte le arti: dal teatro alla musica, passando per la danza, la pittura e le arti figurative in generale. Obiettivo finale: “dare al San Domenico un’identità riconoscibile anche a livello internazionale”.

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Stefano Zaninelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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