Tribunale e Procura,
ecco la mozione
per il recupero
L’ex Tribunale torna al centro della vita politica di Crema. Con una mozione protocollata l’8 febbraio, in consiglieri di minoranza Tino Arpini, Paolo Patrini e Antonio Agazzi chiedono l’istituzione di una commissione consiliare temporanea che valuti disagi e costi della soppressione dell’ex Tribunale di Crema, e che comparari i risparmi della chiusura coi costi ai quali la struttura giudiziaria cremonese ha dovuto far fronte a seguito del riassetto.
Premesse della mozione sono le complicazioni che la soppressione del Tribunale cremasco ha comportato. I sottoscrittori evidenziano i “seri contraccolpi, disfunzioni e rallentamenti nell’amministrazione della Giustizia” causati dall’assorbimento delle funzioni giudiziarie cremasche nella struttura cremonese. Non solo: ciò rende necessario il ritorno del tribunale a Crema – nell’ottica dell’Ara omogenea, s’intende – è una sequenza di “fatti delittuosi gravi e riconducibili alla malavita organizzata”, il rapporto dell’Antimafia milanese che “ha definito il Cremasco area da monitorare, sorvegliata speciale”, oltre al “preoccupante stillicidio di reati afferenti alla cosiddetta microcriminalità”, per fare alcuni esempi.
La mozione sollecita inoltre il sindaco e le forze politiche a “un serrato confronto Istituzionale a tutti i livelli, da quello locale a quello Regionale, ma principalmente Parlamentare e Ministeriale, in merito a tali problematiche”.
Secondo l’impostazione seguita dai consiglieri firmatari, l’approvazione del documento prevede due ulteriori passaggi: la convocazione della conferenza dei servizi per il recupero del Tribunale e della Procura, e, infine, la costituzione di “una delegazione formata anche dai sindaci del territorio, per interloquire ai vari livelli, in particolare con il Ministro della Giustizia, per rappresentare il disagio e le difficoltà di un’Area omogenea, la più altamente industrializzata dell’intera ex provincia di Cremona, privata di un servizio giustizia prossimo ed efficiente, chiedendone il ripristino, visto e considerato che lo stabile è a disposizione dello Stato, lo sancisce la medesima legge di chiusura, fino al 2018 e che, con apposito Decreto del Governo, da Settembre 2015 i costi di gestione dei Tribunali sono trasferiti dagli Enti locali al Ministero della Giustizia”.
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