Affaire Cev, anche
a Crema sospetto
di raggiro
Ammontano a 7 le misure cautelari a cui la Guardia di finanza ha dato esecuzione nell’ambito dell’indagine sul Consorzio energia Veneto. L’accusa – che tra gli altri ha fatto scattare le manette anche per Gaetano Zoccatelli, direttore del Cev – è quella di aver truccato gli appalti: nel mirino delle fiamme gialle sono finiti 3 bandi di gara, di cui 2 del valore di 600 milioni di euro e uno del valore di 100 milioni di euro.
Tra i Comuni raggirati potrebbero rientrare anche Crema ed alcuni altri comuni del Cremasco. Come osservano Alessandro Boldi e Christian Di Feo, consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, “Anche il comune di Crema per l’energia elettrica e nell’ambito dell’illuminazione pubblica con il Pric (che vede la firma di uno degli arrestati – prot.gen. 24.092 del 20/07/2015) si è avvalso dei servizi del Cev (della quale detiene il 0,090 di partecipazione, essendosi consorziata nel 2008) e della Global Power Service SpA, azienda nell’occhio del ciclone per reati di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta e del procedimento di scelta del contraente, oltreché per falsità materiale ed ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”.
Dunque, per quanto concerne l’ipotesi di coinvolgimento nel raggiro, il Movimento 5 Stelle fa sapere che già al prossimo Consiglio comunale intende chiedere “che l’amministrazione si faccia carico di approfondire la vicenda e renda conto tutti, cittadinanza compresa, su tutti i risvolti che questa cupa vicenda potrebbe avere sul nostro Comune. In particolar modo, chiederemo se si possono attivare tutti i meccanismi di autotutela qualora il Comune fosse parte lesa”.
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