Cronaca

Bonaldi: accoglienza
non va lasciata
al mercato privato

Ampia partecipazione sabato 1 agosto in Comune a Crema, dei sindaci del circondario, per l’incontro organizzato dal primo cittadino Bonaldi con il Prefetto Paola Picciafuochi e la partecipazione della Caritas sul tema dell’immigrazione. Una quarantina i sindaci intervenuti sull’onda del ‘caso-Chieve’, divenuto ormai un esempio della piega che  prenderanno gli eventi (convenzioni Prefettura – privati)  se gli enti locali saranno latitanti nell’affrontare il problema dell’accoglienza.  Nessuna soluzione concreta è giunta al termine dell’incontro, ma una condivisione dei prossimi passi: la settimana prossima inizieranno incontri ristretti tra i rappresentanti di comuni limitrofi e per il momento il prefetto ha assicurato una breve sospensione degli invii di profughi. Situazione che però non potrà durare a lungo: già previsti in prospettiva una ventina di arrivi. A margine dell’incontro il prefetto ha incontrato anche un gruppo di residenti di Chieve che hanno esposto il loro disagio. A quanto si apprende, nella struttura gestita in via Zambonelli dalla srl ‘Garbata accoglienza’, vi sarebbero attualmente 38 ospiti a fronte dei 18 posti disponibili. Cinque persone se ne sarebbero andati di spontanea volontà.

“Stamane – scrive il sindaco Stefania Bonaldi sulla sua pagina Facebook –  con i sindaci, il Prefetto e i responsabili della Caritas abbiamo iniziato un percorso di confronto rispetto a questa emergenza. Sono emerse sensibilità differenti, ma in generale anche la consapevolezza che o i territori si confrontano e cooperano nel trovare soluzioni sostenibili, dignitose ed equilibrate, o subiranno decisioni calate dall’alto, con tutti i rischi connessi e le tensioni sociali che queste scelte determinano. Molti dei sindaci o dei loro delegati si riuniranno in settimana nei vari subambiti del nostro territorio per valutare possibili risposte logistiche. Riteniamo peraltro necessario sottrarre al ‘mercato privato’ questa gestione inserendo come punto imprescindibile l’intervento della Caritas, eventualmente affiancata da altri operatori sociali, per percorsi di affiancamento e mediazione culturale e progetti educativi. Sarà importante, successivamente, coinvolgere i migranti in lavori socialmente utili, come sta già avvenendo in altre comunità, per generare un “effetto restituzione”, importante per una reciproca accettazione e civile convivenza”.

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