Cronaca

Un farmaco al curaro provocò
la morte della piccola Adelaide

Due immagini della piccola Adelaide

CREMA – E’ stato un farmaco che contiene curaro e che viene normalmente utilizzato quando si devono praticare ai pazienti anestesie di breve durata. Un farmaco sicuro, sperimentato da anni, che non dà problemi e che è l’unico in grado di procurare, insieme agli altri farmaci necessari per ottenere un’anestesia, un’anestesia di breve durata, sotto i 15 minuti. Proprio il tempo necessario per sottoporre i pazienti a un esame gastroesofageo. Purtroppo nel caso di Adelaide si è dimostrato fatale a causa di un’imprevedibile, quanto rarissima reazione allergica che ha portato alla morte la piccola, lo scorso 15 maggio, nell’ospedale di Crema, dove era stata portata dai genitori per questo esame. E’ questo il risultato dell’autopsia effettuata dai periti incaricati dalla procura di Cremona e che è stata depositata lo scorso dicembre, anche se i risultati sono trapelato solo in questi giorni. L’esame autoptico dice anche che le procedure messe in atto dai tre medici indagati sono state corrette. Tuttavia, il pm Laura Patelli, che a dicembre ha allungato le indagini sulla morte della piccola Adelaide di altri sei mesi, ha chiesto hai periti altre delucidazioni prima id decidersi se chiedere il rinvio a giudizio dei tre medici oppure archiviare il caso.

La piccola Adelaide Croce, che aveva compiuto un anno il mese prima, era stata portata dai genitori residente a Romano di Lombardia nell’ospedale di Crema su consiglio del loro pediatra per sottoporsi a questo esame che avrebbe dovuto certificare che la bambina era celiaca e ottenere così dall’Asl i contributi per l’acquisto degli alimenti idonei ai celiaci. Questo esame, che si effettua in sala operatoria ed è un intervento a tutti gli effetti, visto che si tratta di prelevare dei campioni dalla parete dello stomaco, viene fatto sempre in anestesia totale. Nel caso di Adelaide, la reazione allergica si manifestò pochi attimi dopo che le era stata praticata l’anestesia e nonostante il pronto intervento di tutta l’équipe medica, non era stato possibile salvarle la vita.

“Nella mia carriera di anestesista – ha detto il primario del nostro ospedale – ho visto solo quattro casi simili a quello della bambina. Tre sono stati salvati, uno solo si è rivelato mortale”.

Pgr

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