Finanza in azienda tedesca a Pandino
Concordato da 20 milioni di euro
PANDINO – Sì è conclusa con il pagamento di 20 milioni di euro, tra imposte non versate e sanzioni, e con la richiesta di concordare con il fisco italiano gli obblighi tributari dei prossimi anni una verifica fiscale del Nucleo Polizia Tributaria di Cremona nei confronti di un importante gruppo multinazionale tedesco presente in Italia e a Pandino con alcuni stabilimenti per la produzione di sostanze chimiche.
Nel 2008 la multinazionale tedesca aveva dato luogo a una riorganizzazione societaria, mediante la fusione di alcune aziende italiane, di cui una cremonese, che aveva comportato anche lo spostamento della tassazione degli utili dall’Italia alla Germania. In particolare, sebbene la produzione fosse rimasta in Italia, la cessione del “ramo commerciale” italiano a una neocostituita società svizzera aveva comportato che i ricavi derivanti dalla vendita di tali prodotti sarebbero stati contabilizzati dalla multinazionale tedesca.
Le indagini delle Fiamme Gialle cremonesi, avviate nel giugno 2012, hanno tuttavia dimostrato che l’operazione societaria straordinaria aveva modificato soltanto formalmente la struttura operativa e che la società aveva continuato ad operare sul territorio nazionale con le stesse modalità pre-fusione.
Lo stabilimento cremasco aveva infatti continuato a vendere i prodotti ai clienti italiani attraverso la rete commericale preesistente per cui il riordino societario non aveva modificato in concreto la realtà aziendale. I 29 dipendenti che costituivano la struttura deputata alla vendita erano stati solo formalmente trasferiti alla società svizzera poiché continuavano ad operare sul territorio nazionale con contratti cc.dd. di “home office”, cioè con postazioni lavorative presso le rispettive abitazioni nelle Province di Milano, Cremona, Pavia, Genova e Ravenna. In questo modo il fatturato delle vendite (per oltre 900 milioni di euro) era stato trasferito in germania e sottratto alla tassazione in Italia.
A giugno scorso, terminate le attività ispettive, il Nucleo PT di Cremona ha accertato che dal 2008 al 2012 l’azienda tedesca ha omesso di dichiarare al fisco italiano utili per circa 90 milioni, sui quali sarebbero poi state calcolate le imposte da versare.
Nella successiva fase di accertamento avviata in contradditorio con la Direzione Regionale delle Entrate di Milano, l’azienda tedesca ha deciso di aderire alle contestazioni e di pagare all’Erario le imposte, le sanzioni e gli interessi dovuti. L’istituto giuridico dell’ “adesione” (artt. 5 bis e 6 del D.Lgs. 218 del 1997) consente al contribuente di definire la propria posizione versando sanzioni ridotte, a patto però di pagare in tempi brevi le maggiori imposte e le altre somme dovute, evitando così anche all’amministrazione fiscale l’onere del contenzioso.
È di questi giorni la notizia che l’azienda ha ultimato il versamento al fisco di circa 20 milioni di euro. Oltre a questo concreto e rilevante risultato, la collaborazione instauratasi tra la Guardia di Finanza di Cremona, l’Agenzia delle Entrate di Milano e i consulenti del gruppo tedesco ha consentito la fidelizzazione di un contribuente che ora ha anche concordato con l’Amministrazione Finanziaria la propria posizione fiscale per i prossimi cinque anni mediante la procedura del ruling internazionale, un istituto che garantisce trasparenza e certezza nei rapporti con il Fisco e riduce il rischio di doppie imposizioni internazionali, aspetto non trascurabile per la multinazionale tedesca che opera anche in altri Paesi dell’Unione Europea.
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