Politica

La legge antimoschee
Chi esulta e chi la critica

Il consigliere regionale della Lega Nord, Federico Lena

CREMA – E’ stata approvata questa sera la legge antimoschee. Ecco le prime reazioni della maggioranza con Carlo Malvezzi (Ncd) e Federico lena (Lega Nord) e quelle dell’opposizione, per bocca del deputato cremasco di Sel Franco Bordo.

Carlo Malvezzi (Ncd)– “Con le modiche da noi richieste andiamo ad approvare un testo chiaro e inattaccabile che introduce regole certe per l’edificazione di nuovi luoghi di culto nel pieno rispetto della nostra Costituzione. Oggi Regione Lombardia interviene per coprire un grave vuoto normativo a livello nazionale su un tema di centrale importanza per i grandi mutamenti a cui stiamo assistendo soprattutto sul fronte dell’integrazione”.

Questo il commento del vice-capogruppo del Nuovo Centrodestra, Mauro Piazza, e del consigliere del Nuovo Centrodestra, Carlo Malvezzi, dopo l’approvazione della Legge “Principi per la pianificazione delle attrezzature per i servizi religiosi” da parte del Consiglio Regionale della Lombardia.

“Questa legge – spiega Malvezzi – ha l’obbiettivo di tutelare chi davvero vuole esercitare una pratica di fede, e mette in condizione le istituzioni locali, attraverso la sottoscrizione di convenzioni, di interloquire con soggetti finalmente riconoscibili, andando a colpire, se necessario, chi si presta ad attività politiche o di proselitismo inneggiante alla violenza. Non possiamo, infatti, negare che negli ultimi anni è diventato sempre più evidente come alcuni culti presentino un confine troppo labile e indefinito tra la dimensione religiosa e una certa deriva ideologica”.

“Per questo abbiamo dotato – proseguono i due consiglieri del Nuovo Centrodestra – gli enti locali di questo nuovo strumento di natura urbanistica con tre sostanziali caratteristiche: l’istituzione di una Consulta regionale che affianchi i sindaci nella valutazione dei requisiti dei soggetti richiedenti; la possibilità di indire un referendum laddove lo statuto comunale lo preveda; la realizzazione di un Piano delle attrezzature religiose sottoposta a Vas (Valutazione ambientale strategica)”.

“La maggioranza ha oggi scelto – conclude Piazza – di prendere sul serio le preoccupazioni dei cittadini lombardi, tenendo dritta la schiena e continuando a difendere ciò che abbiamo di più caro: quei valori dell’Occidente che reggono la convivenza civile nel nostro Paese. Valori sui quali mi sembra evidente dal dibattito odierno, qualcuno in quest’aula, nei banchi dell’opposizione, si sia già arreso, sposando quella fallimentare idea di integrazione che ha dimostrato i propri risultai in molti Paesi europei”.

Federico Lena (Lega Nord) – Saluto con favore l’approvazione della nuova legge che regola l’insediamento dei luoghi di culto. Non nascondo che personalmente avrei preferito misure più restrittive in merito ad un tema, quello della concessione degli spazi religiosi oggi molto sentito in numerosi comuni del territorio regionale.

Non solo Milano e Cantù come le cronache ci raccontano ma anche a Crema, città della provincia di Cremona, che ho l’onore di rappresentare in consiglio regionale, il dibattito in merito alla costituzione di un nuovo luogo di culto è infuocato e anima con tutte le sue contraddizioni il tessuto sociale cittadino.

La giunta  comunale, guidata dal sindaco PD, intende imporre  l’istituzione di un nuovo luogo di culto nonostante la ferma e decisa opposizione dei cittadini cremaschi.

Una opposizione che trova le sue ragioni nei difficile rapporto tra una amministrazione che nega il confronto con i suoi cittadini e che a sorpresa dietro le pressioni di una sinistra buonista e accecata dal garantismo intende  proporre una integrazione forzata attraverso un passo, quello della costruzione di una moschea, che non era previsto da alcun programma elettorale.

Sono quasi 6 mila le firme raccolte a Crema contro il progetto per il nuovo luogo di culto, un grido di allarme, una richiesta di tutele che nessuno può sminuire o pensare di snobbare.

I cremaschi non sono razzisti, nessuno di coloro che ha votato a favore di questo provvedimento lo è. Coloro che hanno apposto la propria firma per fermare il progetto o che a gran voce hanno aderito ai tanti comitati che si sono costituiti nei vari comuni della Lombardia chiedono risposte e tutele in merito a sicurezza, viabilità, integrazione. Non è abbastanza rispondere che la Costituzione garantisce il diritto di culto. La Costituzione prevede ANCHE una intesa tra Stato e Confessione religiosa (Costituzione articolo 8 comma 3)

E allora davanti a un sinistra che si ostina all’arte del garantismo spinto agitando la Costituzione, ben venga questa proposta di legge che risponde in modo preciso alle richieste dei lombardi.

Non è nostra intenzione limitare la professione religiosa di chi non è cattolico.

La nostra intenzione è dare risposte alle richieste dei cittadini e questa legge stabilendo criteri importanti quali  una presenza “diffusa, organizzata e consistente” a livello nazionale ed “un significativo insediamento” in ambito comunale, una specifica convenzione urbanistica tra comunità religiosa e comune, la dotazione di parcheggi ampi e videocamere di sicurezza e soprattutto prevedendo il rispetto della Costituzione – nella sua totalità e non solo i pezzi che fanno comodo- intende andare in questa direzione.

Non è il momento del muro contro muro. E’ il momento della responsabilità, di regole chiare e precise a cui tutti indipendentemente dal proprio credo religioso devono attenersi.

Franco Bordo (Sel) – La cosiddetta legge anti moschee approvata dal centro destra del Consiglio Regionale Lombardo conferma, se mai ce ne fosse bisogno, l’approccio medievale di quelle forze politiche ad una società che, piaccia o meno a lor signori, è: multiculturale, multietnica, viva e dinamica e che nella diversità trova la sua vitalità e il suo futuro.

Maroni e i suoi dimostrano inoltre di avere in grande spregio le istituzioni poiché portano avanti una legge conoscendone benissimo i profili di incostituzionalità; è bene ricordare a questi politicanti che nessuno può permettersi di oltraggiare la Costituzione e che tale oltraggio, condito dalla malafaede, costerà una cifra che dovrà essere pagata, ancora una volta, dai contribuenti. Infatti tutto l’iter, relativo sia all’approvazione sia alla successiva azione della Corte Costituzionale che dichiarerà la legge incostituzionale, non è certamente privo costi.

Nella pratica il governo regionale fa propaganda usando i soldi pubblici per fare leva su sentimenti di intolleranza che hanno il solo obiettivo di discriminare le persone: è impressionante che tutto ciò avvenga a ridosso proprio della Giornata della Memoria, che celebra, appunto, il ricordo di quanti sono stati spazzati via dall’intolleranza e dalla discriminazione elevate a legge.

Come già preannunciato mentre la proposta di legge era in discussione nella Commissione competente, ora scriverò alla Presidenza del Consiglio dei Ministri affinché impugni tale Legge Regionale innanzi all Corte Costituzionale e chiederò a tutti i Parlamentari lombardi di sottoscrivere tale richiesta.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...