Lettere

Tra Frittelle e Sentinelle
spunta il parere di Arpini

CREMA – Sentinelle o frittelle? Sabato in piazza c’è stato un siparietto: Sentinelle in piedi a difesa, silenziosa, della famiglia convenzionale; Frittelle sedute a distribuire frittelle, allegramente, a difesa della libertà di scelta. Molti hanno sorriso per la simpatica contrapposizione, per nulla offensiva. Tino Arpini, consigliere di minoranza in comune, dice la sua.

Sabato pomeriggio in piazza duomo a Crema due manifestazioni antagoniste: LE SENTINELLE a difesa di un valore fondamentale e costitutivo della nostra società, la FAMIGLIA naturale composta da papà, mamma e figli. LE FRITTELLE a sostegno della parità di diritti fra tutte le forme di convivenza eterosessuale o omosessuale e in difesa della legge sulla OMOFOBIA. Due simboli, le sentinelle e le frittelle, che bene esprimono, a mio avviso, i valori che si proponevano di rappresentare. LA SENTINELLA è un soldato fermo, appostato, armato (di libro in questo caso), incaricato a un turno di guardia in un luogo ben determinato (palazzo comunale), a protezione, custodia, vigilanza di oggetti o valori (famiglia) indispensabili ad una buona battaglia. La sentinella ha delle consegne, cioè, quel complesso di prescrizioni che deve ella stessa rispettare e far rispettare agli altri, anche a costo della sua incolumità. La sentinella è posta in avanguardia perché avverte anticipatamente l’insidia. Scruta i sentieri, le vie poco battute e quelle facili e affollate per ascoltare, sentire l’avvicinarsi dei pericoli. La vedetta vede prima e lontano gli orizzonti inquietanti. La sentinella è immobile, fissa, ma è astuta e sa porsi in prossimità del nemico per scrutarne le mosse. Addirittura è pronta al sacrificio, quando prende tali distanze  dai suoi pur di avvicinarsi e studiare l’avversario, da poter essere agevolmente oppressa prima di ricevere soccorso. LA FRITTELLA è una cucchiaiata di pasta liquida, anche non lievitata, anche senza uova, gettata a friggere a fuoco vivo e spruzzata di zucchero, per allietare il palato. Il suo profumo è accattivante, il suo gusto ti prende, ne provi una, ne desideri un’altra, ma è alquanto indigesta e si frantuma con nonnulla. Non ha consistenza. Se assecondi il suo appeal la glicemia schizza alle stelle, i grassi rovinano l’estetica, il fegato e il cervello. E’ consigliabile non lasciarsi coinvolgere e seguire l’usanza che la tollera solo per un breve periodo dell’anno, mentre per qualcuno è nociva sempre.

Questa era la piazza di sabato! Io ero sentinella.

 

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