Cronaca

La Caritas e i profughi
“Tempi lunghi e difficili”

CREMA – Profughi, che fare? E, soprattutto, come accoglierli. A Crema se ne occupa la Caritas che a fine anno ha fatto il bilancio della sua attività a favore di queste persone che arrivano disperate sui barconi malconci in cerca della terra promessa, approdano, quando va loro bene, e poi vengono dirottati verso mete a loro sconosciute, decise dal ministero prima e dalla regione poi. Così una piccola parte dei 180mila migranti arrivati in Italia con mezzi di fortuna (e fortuna è la parola giusta…) sono passati anche dalle nostre zone.

“Da aprile 2014 – dicono dalla Caritas – sono transitate a Crema 53 persone (singoli uomini e famiglie) di diversa provenienza: Nigeria, Ghana, Gambia, Mali, Senegal, Bangladesh, Palestina, Egitto, Siria ed Eritrea”.

Come si organizzano?

“I profughi siriani (25, tra cui anche nuclei famigliari) e gli eritrei (2) si sono fermati per pochissimi giorni. Il loro approdo in Italia è infatti, nella stragrande maggioranza dei casi, solo temporaneo perché l’obiettivo è raggiungere i Paesi del centro e nord-europa (Germania, Olanda, Svezia, Finlandia). Altri profughi decidono invece di fermarsi in attesa di ottenere una risposta positiva alla loro richiesta di asilo politico. Attualmente sono ospitati presso la Caritas di Crema 22 richiedenti asilo, tutti uomini tra i 16 (due sono minorenni) e i 30 anni.

Come funziona l’ospitalità e chi paga?

“Tale ospitalità è regolata da
un accordo ufficiale, una convenzione, stipulata con la Prefettura di Cremona, la quale a sua volta riceve indicazioni sul numero di persone da collocare da Stato e Regione Lombardia. Tale convenzione prevede un impegno giornaliero da parte dello stato di 35 euro per ogni profugo”.

Chi prende questi soldi?

“Il contributo viene erogato agli enti che accolgono i richiedenti asilo che provvedono a vitto, alloggio, vestiario, prodotti per l’igiene dei profughi e ai servizi integrativi, come l’orientamento psicologico, sanitario, legale, la scuola di italiano, l’accompagnamento presso presidi ospedalieri o tribunali. Una parte del contributo, 2,50 euro al giorno, deve essere utilizzata per garantire a ogni richiedente asilo la possibilità di acquistare alcuni specifici beni personali tra i quali schede telefoniche, giornali, snake, sigarette, biglietti autobus. Tuttavia gli enti non possono dare denaro contante direttamente ai profughi, per tale ragione stipulano accordi con tabaccherie che attraverso schede personalizzate permettono di usufruire dei soldi secondo le modalità previste.

Quai sono i tempi per la concessione dell’asilo politico?

“Lunghissimi: chi è arrivato in agosto sarà sentito dalla commissione solo nel prossimo mese di ottobre: 15 mesi dopo”.

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