L’emergenza nutrie e
la lotta dei Dem in
Regione Lombardia
Indebolimento degli argini, danneggiamento del terreno, rovina del raccolto. Questi sono solo tre, tra gli effetti indesiderati provocati dalla presenza delle nutrie nei territori della bassa padana. Un problema annoso – questo – che ha suscitato forti reazioni in Regione Lombardia.
E la soluzione non è certo così semplice. Già a fine settembre, i consiglieri regionali piddini Agostino Alloni e Marco Carra avevano proposto di perseguire la strada dell’eradicazione. Il disegno di legge, tuttavia, è acora in fase embrionale.
La discussione è proseguita in Commissione Agricoltura, dove Alloni ha sottoposto ai colleghi l’esempio emiliano. “Regione Emilia Romagna – ha spiegato il consigliere pianenghese – ha predisposto uno schema di ordinanza tipo e lo ha inviato a tutte le amministrazioni comunali, che possono poi renderlo operativo nelle situazioni in cui la diffusione dell’animale sia particolarmente significativa e costituisca una grave minaccia per le arginature di fiumi e canali, nonché per le colture agricole”. Una soluzione, questa, che farebbe gola a territori quali il mantovano, cremonese e bresciano – ovvero, i più colpiti dal “fenomeno nutria”.
L’alternativa è tornare ai piani di contenimento provinciali. Tali disposizioni prevedevano l’utilizzo di gabbie per la cattura del roditore, e lo smaltimento, tutto a carico dell’Asl. Per tale motivo erano stati formati più di mille operatori. Tuttavia, l’azione di contrasto non è mai stata messa in campo, in quanto il regolamento non è mai stato redatto.
Nel frattempo, il fenomeno dilaga. Ogni anno l’incremento delle nutrie sul territorio è sensibile. Ciò non crea problemi solo agli agricoltori, che in alcuni casi riferiscono d’aver perso circa un terzo del raccolto – e d’aver quindi subito un ingente danno economico. “La Direzione generale della Sanità – aggiunge Alloni – ci ha fornito una relazione del Dipartimento di scienze veterinarie dell’Università di Milano in cui si dice espressamente che la nutria è suscettibile a una vasta gamma di infezioni micro e macroparassitarie, dalla salmonella alla leptospirosi”. I rischi non concernono le sole questioni agricole, ma interessano anche la contaminazione degli alimenti. “Pensiamo solo a quante carcasse rimangono in campagna e spesso anche nelle nostre cascine, tra farine e foraggi”, osserva il consigliere Dem.
Recentemente, al Pirellone s’è costituito un gruppo di lavoro, interno alla Commissione Agricoltura, con l’obiettivo di produrre un testo di legge in grado di normare una soluzione al fenomeno. “Noi – concludono Alloni e Carra – siamo presenti, abbiamo sollecitato a più riprese e continueremo a farlo la Regione perché trovi una soluzione. In questa fase non può e non deve disinteressarsi”.
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