Unioni civili,
non si placa
la polemica
Non si placa la diatriba sul registro delle unioni civili. Approvato in consiglio comunale lo scorso 13 gennaio, ha suscitato ampi dibattiti anche in rete. Dopo i commenti a caldo di buona parte dei gruppi consiliari, tornano a tuonare i cannoni del centrodestra, con un nuovo comunicato diramato da Simone Beretta, capogruppo del neonato – si fa per dire – gruppo di Forza Italia.
Ciò che impressiona, sostiene Simone Beretta, è la determinazione con la quale il sindaco Stefania Bonaldi ha motivato il suo favore verso il Registro. Una scelta “politicamente interessata”, sentenzia il capogruppo di Forza Italia. A quest’ultimo poco importa di prendere atto di quella “realtà che ci circonda”, a cui il sindaco aveva fatto appello. “Vi sono Valori – scrive Beretta – non negoziabili, come la famiglia, per la quale si cede parte della propria individualità diventando coppia”. Una faretra valoriale che non transige, non lasciando spazio a libere interpretazioni del cattolicesimo. “Con improvvida nonchalance – continua il comunicato – la Bonaldi si è scritta quattro righe pro domo sua e si è auto convinta che fosse arrivato il tempo di cancellare, ipso fatto, ciò che la chiesa cattolica va sostenendo ed insegnando da millenni. Una mancanza di umiltà che in una cattolica lascia esterrefatti”. E, nel merito delle motivazioni addotte dal sindaco, parla di postulato “pedagogicamente pericoloso e diseducativo per le nuove generazioni”.
A fare il contrappunto alla rigorosità del centrodestra, interviene Gianemilio Ardigò, dei Verdi Europei. Anche nel programma per l’elezione a sindaco – dal quale la Bonaldi è uscita vincitrice – dei Verdi era presente l’istituzione “di un registro di fatto per le coppie e singoli che nelle loro realtà affettive possano avere uguali diritti e doveri”. E spiega: “Noi Verdi crediamo che tutti gli esseri umani — indipendentemente da sesso, età, orientamento o identità sessuale, origine etnica o disabilità — hanno diritto a compiere le loro scelte personali, a esprimersi liberamente e a plasmare la loro vita come desiderano”. Libertà che, non di meno, significa tutela della diversità. Proprio quest’ultima, secondo Ardigò, “Costituisce una salvaguardia contro l’intolleranza, l’estremismo e il totalitarismo”.
Ad onor di cronaca, urge ricordare che l’Italia è sprovvista di una vera e propria legislazione in materia. Tant’è che, ad oggi, si parla di “coppie di fatto” – e solo raramente di unioni civili. Pertanto, queste iniziative, per avere una piena ed effettiva efficacia, dovranno essere implementate a livello nazionale. Per completezza, si segnala che sono 145 i Comuni ad aver istituito il registro delle unioni civili. A questi, se ne aggiungono altri 8 tra consigli di quartiere o municipi. Tra gli approvati, cinque rilasciano alle coppie omosessuali l’attestazione di famiglia anagrafica. Rimangono, invece, a quota 29 quelli nei quali il registro è stato proposto e bocciato.
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