Mafia di Caltanissetta, maxioperazione
Fermato a Crema il 49enne ‘Turi Paletta’
Preso anche boss della provincia nissena
Sopra, i fermati e l’uomo residente a Crema (Foto Radio Cl1)
AGGIORNAMENTO – Tocca anche la provincia di Cremona una grossa operazione contro la mafia siciliana della Dda di Caltanissetta e della polizia, portata a termine nelle scorse ore. Un’operazione (denominata “Fenice”) nella quale sono stati fermati quello che gli investigatori ritengono il capo di Cosa nostra nella provincia nissena, Alessandro Barberi, gelese di 62, e un uomo, Salvatore Blanco, 49enne originario di Niscemi ma residente a Crema. In totale sono stati eseguiti sei fermi a carico di sei persone che si trovavano in libertà. Le accuse sono, in concorso, di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, danneggiamento aggravato, porto illegale in luogo pubblico e detenzione illegale di armi, porto illegale in luogo pubblico di ordigno esplosivo.
Gli altri fermati sono Alberto Musto, 28enne originario di Vittoria e i niscemesi Luciano Albanelli (36 anni), Fabrizio Rizzo (39) e Alessandro Ficicchia (37).
L’indagine, nata dalla denuncia di almeno un imprenditore, avrebbe proprio fatto luce sulle vessazioni ai danni di imprenditori del territorio nisseno, in particolare di Niscemi. Il provvedimenti di fermo indirizzato alle sei persinoe – è stato spiegato ieri in una conferenza stampa dagli investigatori – è stato emesso (martedì) perché un imprenditore era a rischio (sembra che il gruppo di Barberi, scoperta la denuncia grazie a un presunto contato all’interno degli apparati statali, avesse in mente un omicidio) e per evitare la fuga e la latitanza di Barberi.
IL BLITZ DELLA POLIZIA DI CREMA E CREMONA
Il fermo di indiziato di delitto a carico di Blanco, l’uomo residente a Crema, è stato eseguito dalla prima sezione della squadra mobile di Cremona e dal personale del commissariato cremasco con la collaborazione dei colleghi siciliani attorno alle tre del mattino di mercoledì. Blanco, conosciuto anche come “Turi Paletta”, nonostante il trasferimento a Crema avrebbe riscosso più volte il pizzo da commercianti in terra nissena recandosi periodicamente in Sicilia.
L’operazione “Fenice”, secondo gli investigatori, ha messo i bastoni fra le ruote di Cosa nostra, impegnata in una riorganizzazione a Niscemi dopo l’arresto di Giancarlo Giugno, ritenuto il boss locale, nel febbraio del 2013. Il nuovo reggente sarebbe diventato il già citato Musto, in contatto con Barberi (quest’ultimo consuocero del noto boss Giuseppe Piddu Madonia e tornato in libertà nel 2011).
Michele Ferro
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