Politica

‘Pensioni d’oro’, Fontana (Pd):
“Per i grillini lo sono
anche quelle da 500 euro”

Non ci sta l’onorevole Cinzia Fontana a finire nella lista nera del Popolo Viola tra i parlamentari che avrebbero detto al taglio delle cosiddette pensioni d’oro proposte dal Movimento 5 Stelle. Una lista che è rimbalzata nella rete, nei social network e che ha messo “alla gogna” virtuale tutti quei parlamentari rei di non aver votato la mozione dei pentastellati.
La deputata del Pd, che effettivamente ha detto no a quella mozione, però non vuole proprio passare come colei che è attaccata ai privilegi della caste, per aver detto no ad una proposta che se passata, spiega l’onorevole del Pd, avrebbe previsto “un aumento della tassazione sulle pensioni, a partire da quelle superiori ad una volta il trattamento minimo Inps. A partire, cioè, da quelle sopra i 500 euro mensili. E’ esattamente questo il contenuto della mozione presentata dai grillini alla Camera contro le “pensioni d’oro”. Di conseguenza, è presto spiegato il motivo per cui ho votato contro una proposta così assurda, iniqua e fortemente penalizzante proprio per le pensioni più basse. Convintamente contro. A parte i grillini, infatti, credo non vi sia nessun altro in questo Paese che possa considerare “d’oro” una pensione da 500 euro”.
Un atteggiamento che ha indispettito Cinzia Fontana che liquida così l’operato dei parlamentari del Movimento 5 Stelle di cui fa parte anche il deputato Danilo Toninelli: “Poco importa quindi se il mio nome è finito, insieme a quello di altri 336 deputati, nella solita virtuale lista di proscrizione fatta girare in rete dai grillini, la cui attività politica si sta ormai riducendo a queste ignobili patacche”.
E poi rincara la dose specificando che nella Legge di Stabilità da lei votata sono contenute norme che applicano prelievi aggiuntivi su pensione alte: un prelievo aggiuntivo del 6% sopra i 90.000 euro lordi annui, del 12% sopra i 130.000, del 18% sopra i 195.000 euro, più un ulteriore contributo del 3% sopra i 300.000 euro.
Di fatto, quindi, l’aliquota marginale Irpef applicata a queste fasce di importi pensionistici passa dal 43% al 49% a 90.000 euro, sale poi al 55%, quindi al 61% per la fascia sopra i 195.000 euro e arriva al 64% oltre i 300.000 euro. Queste le norme, “tutto il resto è chiacchiera, anche perché su queste norme il Movimento 5 Stelle ha votato contro”.
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