Tribunale, la Consulta boccia
il referendum: si spegne la speranza
Nello stabile nuovo commissariato
La Corte Costituzionale boccia il referendum abrogativo sulla Riforma Giudiziaria. Non sarà quindi il referendum a ridare a Crema il suo tribunale. Si spegne così quella che rappresentava forse l’ultima speranza per i cremaschi di rivedere il tribunale rispalancare le porte ad avvocati, giudici, magistrati e soprattutto ai processi. La Consulta ha infatti dichiarato inammissibile il referendum abrogativo sulla norma, entrata in vigore lo scorso 13 settembre, che di fatto ha ridotto e accorpato 37 tribunali sui 165 esistenti, tra i quali quello di Crema, 38 procure,e soppresso di tutte le 220 sezioni distaccate di tribunale e uffici del giudice di pace. A chiedere il referendum sulla riforma, voluta dal governo Monti e portata avanti dall’esecutivo di Letta, erano state per la prima volta nella storia, nove Regioni: Abruzzo, Piemonte, Marche, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Campania, Liguria, Basilicata e Calabria.
Una richiesta arrivata anche sulla stregua della protesta di sindaci, avvocati e non solo sfociate in cortei di sindaci, blocchi di strade statali, sit-in di lavoratori, lettere al premier Enrico Letta e al Capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Ed ora, in attesa delle motivazione della sentenza, che saranno depositate “entro i termini previsti dalla legge”, le nove Regioni si dicono pronte a alla Corte di giustizia europea.
IL FUTURO DEL PALAZZO DEL TRIBUNALE
Quindi, a quattro mesi dalla chiusura del tribunale, a trasloco avanzato, si spegne anche questa speranza di rivedere i camion ritornare da Cremona a Crema carichi di arredi e documenti. Per vedere il palazzo del tribunale rivivere, e non essere solo un archivio, quindi bisognerà attendere ancora un po’. Anche se ci sarebbe l’intenzione da parte dell’amministrazione di destinare lo stabile alla polizia e alla guardia di finanza. A confermarlo, dopo il sindaco, è l’ex presidente del consiglio comunale nonché segretario del Pd, Matteo Piloni che in merito alle sedi di polizia e guardia di finanza dice: “L’idea è quella di utilizzare l’ormai ex palazzo di Giustizia, e metterlo a disposizione con i dovuti adeguamenti per questo sarà avviato uno studio di fattibilità che chiarirà eventuali criticità”. A ciò si aggiunge la tanto attesa nuova caserma dei vigili del fuoco, che dovrebbe sorgere, come già noto da mesi, presso San Michele, a ridosso della tangenziale.
Soluzioni che secondo Piloni possono “dare una prima risposta al tema sicurezza sul territorio ma che soprattutto deve essere sostenuta da tutte le forze politiche e da tutto il territorio. Il servizio delle forze dell’ordine riguarda tutto il cremasco, e non può essere limitato esclusivamente alla città di Crema. Riuscire in questo intento significa dare una risposta concreta a tutti i cittadini, realizzando fino in fondo, vista anche la collocazione logistica che li mette in stretto dialogo, un vero e proprio Polo della sicurezza”.
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