Politica

Ampliamento Ipercoop
e ‘pompa bianca’
Il no del centrodestra

La proposta di ampliamento con tanto distributore bianco di benzina, cioè senza particolare marche, avanzata dell’Ipercoop continua a far discutere. Dopo il veto del consigliere di maggioranza, Matteo Gramignoli che ha minacciato le dimissioni in caso l’amministrazione dovesse dare il via libera alla cosiddetta pompa bianca, ora ad alzare le barricate è Tino Arpini, di ‘Servire il cittadino’, lista di centrodestra all’opposizione.
“Un supermermercato, 48 negozi affittuari, giornali, parafarmacia, ludoteca e non le bastano”, esordisce Arpini che accusa l’Ipercoop di imporre un monopolio ai danni dei negozi di vicinato. Dito puntato contro la “forma cooperativa” dell’impresa commerciale, che permette a detta di Arpini, non solo di essere “alleggerita di oneri e pesi fiscali ma, soprattutto, che rappresenta una costola delle varie organizzazioni affaristiche del Partito Democratico, assieme ad assicurazioni e banche, e quindi dal forte peso politico e dalla facile influenza su scelte strategiche”.
“Non le è bastato – accusa Arpini ottenere la cosiddetta “liberalizzazione” per poter aprire 13 ore al giorno, domeniche comprese, per ottenere la vendita di giornali e farmaci. Il processo prosegue e, per quanto riguarda Crema, chiede di poter installare un impianto di distribuzione carburanti e metano e, addirittura, di creare una ulteriore palazzina di 2.800 metri quadrati chiamata tecnicamente “media struttura di vendita autonoma”, non potendola inglobare nei 40.706 mq di area commerciale del supermercato. A compensazione della riduzione di posti auto, allungherebbe la mano sul parcheggio della Casa della Carità (con un evidente consenso oneroso) e realizzerebbe parcheggi pluriplano, addirittura sovrastanti la “media struttura commerciale”; mentre per la quota di verde di cui resterebbe carente (1846 mq in meno) propone la compensazione monetaria in 96mila euro. La forza economica può tutto: privarci del verde e impattarci un bel parco macchine sul tetto”.
Un no secco quindi, con tanto di mano tesa a Matteo Gramignoli, contro il distributore di benzina, anche se invita tutti a prendere una posizione più dura contro l’ampliamento, le aperture domenicali e l’impoverimento dei centri storici con la scomparsa dei negozi di vicinato che questo comporterebbe.
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