Politica

Le ‘Province’ via dalla Costituzione
Ghidotti: ‘Rischio contentino populista’

Foto Sessa

La parola “Province” sparisce dalla Costituzione. Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al disegno di legge costituzionale per l’abolizione delle province. Una scelta radicale che si spinge oltre quella contenuta nel ‘Salva Italia’ di Monti e bocciata dalla Corte Costituzionale che prevedeva l’accorpamento, non la cancellazione degli enti. “Abbiamo ritenuto necessario intervenire al maggior livello possibile, abrogando la parola province da tutti gli articoli della Costituzione”, ha dichiarato il premier Letta in conferenza stampa. Salta, dunque, per Cremona l’accorpamento a Lodi e Mantova (la provincia del Po), in vista – se andrà in porto il progetto – di una vera e propria cancellazione dell’Ente di corso Vittorio Emanuele. Nel ddl viene anche fissato il percorso per le tappe successive, da realizzare con una legge ordinaria. Fin da ora si stabilisce che eventuali enti intermedi rispetto a Comuni e Regioni dovranno essere a costo zero. Per la fase transitoria si dice che “in sede di prima applicazione, entro sei mesi dalla data in entrata in vigore della legge statale” le Regioni “disciplinano con legge regionale gli enti locali”. Se la Regione non provvede le “Province sono comunque soppresse e le relative funzioni sono redistribuite”. Per quanto riguarda le province i cui organi sono in scadenza (quella di Cremona a giugno 2014) ci saranno interventi ad hoc, che saranno varati nelle prossime settimane, perché – ha detto il premier – “i tempi di  approvazione del ddl costituzionale non sono compatibili con le scadenze” delle amministrazioni.
Perplessità dalla Provincia cremonese. “Mi sembra avventata come scelta – ha detto il presidente del consiglio provinciale Carlo Alberto Ghidotti – Mi stupisco che il Pd di Letta, fortemente radicato negli enti locali, faccia un passaggio così netto e difficilmente digeribile. Il rischio è quello di svuotare le province senza tener conto di due aspetti fondamentali: dove andranno i lavoratori e chi svolgeranno quelle funzioni che stanno in capo alle province. Non sia anche questa iniziativa, come quella del ‘Salva Italia’ un contentino populista”.

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