Cronaca

Chiusura tribunale, è scontro
Accuse reciproche tra politici,
amministratori e avvocati

La sentenza della Corte Costituzionale e la conseguente chiusura del tribunale scatena un tutti contro tutti in città. Il primo a puntare il dito contro il Presidente della Repubblica, reo di essere intervenuto bloccando di fatto le commissioni parlamentari che stavano rivendendo la legge, il consiglio giudiziario di Brescia per non aver accolto la richiesta di proroga della presidente del tribunale di Cremona, e l’amministrazione di Crema per non aver rilevato ‘con profondo convincimento come la perdita di un servizio come quello della giustizia costituisce un impoverimento della comunità oltre che un aggravio di costi”, ed aver approvato solo ordini del giorno è stato il presidente dell’ordine degli avvocati di Crema, Ermete Aiello. “Una maggiore determinazione nel prendere a cuore tale problema non avrebbe cambiato le risultanze finali a cui oggi assistiamo ma avrebbe certamentamente far sentito che non era solo un problema della catergoria degli avvocati ma era una questione di tutele dei diritti dei cittadini,  e di lotta per il mantenimento di un importante servizio”, ha detto Aiello.

A seguire il sindaco Stefania Bonaldi, che sentitasi tirata in causa, si scaglia proprio contro l’avvocato Aiello, con una dura replica affidata prima a Facebook poi ad un comunicato stampa. “Il presidente dell’Ordine se la prende col Presidente della Repubblica, favorevole al provvedimento, ma soprattutto attacca il sindaco di Crema, che si è rifiutata di incatenarsi davanti al portone del caro estinto, ma si è messa a lavorare alacremente, prima per salvare il salvabile e poi per organizzare un’alternativa utile ai cittadini, avendo compreso, come tutte le persone che vivono nel duro dominio della realtà, che la partita era ardua, come ora conferma definitivamente la Corte Costituzionale”. Il sindaco ricorda il suo impegno per cercare un accordo con Treviglio, gli innumerevoli ordini del giorno e mozioni, e il parere favorevole alla proposta di proroga da parte della giunta.

Allo ‘scontro’ tra sindaco e presidente degli avvocati si aggiunge la Lega Nord che con il segretario Dino Losa punta il dito contro Pd e Pdl colpevoli di non aver sostenuto in parlamento la proposta di legge della Lega Nord di “posticipare” di alcuni mesi l’effettiva applicazione al fine di rivedere nel complesso il progetto ed arrivare ad una correzione della riforma stessa.

E a puntare il dito contro il governo Letta è anche il parlamentare di Sel, Franco Bordo che promette tutto il suo impegno perchè la scelta venga rivista. “Questa scelta deve essere rivista, e il mio impegno presso le sedi parlamentari sarà in tal senso, e auspico di trovare tutti gli eletti del territorio partecipi di questa battaglia”, scrive, infatti, Bordo.

A Bordo fa eco l’avvocato Aiello che si auspica ora un impegno delle forze politiche per cercare una inversione di rotta. “I margini di ulteriore possibilità, decisamente ristretti, spettano solo e soltanto ai partiti presenti in parlamento. Mi auguro che i rappresentatni politici del territorio senza distinzione di sorta tra maggioranza e opposizione e senza ipocriti equivoci decidano, anche contro il parere delle loro segreterie nazionali, di portare avanti una battaglia unitaria di tutte i tribunali interessati per porre rimedio a una gravissima e irrazionale, ingiustificata  ed assurda legge”.

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