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Oncologia, wellness e nutrizione. Il progetto “Come un diamante”, organizzato da Cr.Forma in sinergia con Asst Crema e Associazione Rubino, per offrire, attraverso le competenze dei futuri professionisti della bellezza e della ristorazione, momenti di sollievo alle persone con “storie di tumore”, accrescendo l’attenzione di studenti e studentesse al benessere dei pazienti oncologici, ha compiuto dieci anni.
Il traguardo, che è anche una ripartenza, è stato celebrato in occasione di un evento pubblico nell’Aula Magna della sede di Cr.Forma, alla presenza di Paola Brugnoli, direttrice generale Cr.Forma, Gianluca Tomasello, direttore della struttura complessa di oncologia dell’Asst Crema, Giuliana Riboli, presidente Associazione Rubino, Clara Pelizzari e Alessandra Bilato, referenti del progetto rispettivamente per Asst di Crema e Cr.Forma.
Presente Edoardo Vola, consigliere della Provincia di Cremona con deleghe a disabilità, fragilità, pari opportunità e rapporti con il terzo settore. Come un diamante è partito nel marzo del 2015. In queste dieci edizioni, ha orientato circa 280 studentesse e studenti alla conoscenza delle implicazioni fisiche e psicologiche della patologia oncologica e degli effetti collaterali chemioterapici, li ha avvicinati a persone che affrontano la malattia e li ha formati alla soddisfazione dei bisogni specifici di questa tipologia di clientela, valorizzando la portata del loro intervento per il miglioramento della loro qualità di vita.
Durante questo anno scolastico sono stati coinvolti ragazzi e ragazze dei corsi di Estetica, Acconciatura, Sala Bar e Preparazione Pasti. La psico-oncologa Clara Pelizzoni e i professionisti del reparto di Oncologia dell’Asst di Crema hanno incontrato alunne e alunni, approfondendo conoscenze tecniche, comunicative e di approccio alle persone con esigenze dettate dalla terapia oncologica. Spazio anche all’erboristeria e alla naturopatia con la lezione a coloro che frequentano il corso Sala Bar sull’utilizzo di erbe ed ingredienti adatti ad alleviare gli effetti della terapia, tenuta da Monica Ragazzi.
Tra marzo e aprile, poi, i laboratori pratici. Le pazienti oncologiche aderenti al progetto, come delle vere e proprie modelle, sono state accolte dagli aspiranti parrucchieri, estetisti, camerieri e cuochi per trattamenti di bellezza e degustazioni preparati su misura delle loro esigenze. Protagonisti del progetto anche La Casa di Ale, che ha fornito foulards da donare alle modelle, e l’Associazione Be Happy Love Life, che ha offerto tazze colorate destinate sempre alle modelle. I materiali utilizzati nei laboratori sono stati donati da Associazione Rubino, Galleria delle Erbe e da quest’anno anche da Ancorotti Cosmetics, che si aggiunge ai preziosi sponsor dell’iniziativa.
“Il progetto Come un Diamante – Benessere in Oncologia – è la dichiarazione di Paola Brugnoli, direttrice generale – nasce con un obiettivo chiaro: portare sollievo, bellezza e serenità alle persone in cura oncologica, dimostrando che il benessere è parte integrante del percorso di cura. Il nostro centro non è solo formazione: è anche un punto di incontro e di confronto. Vogliamo che i nostri alunni siano preparati e sensibili e diventino professionisti consapevoli della differenza che possono fare con il proprio lavoro. Ringraziamo tutti coloro che hanno reso possibile questa iniziativa: gli esperti che hanno condiviso la loro conoscenza, i docenti che hanno accompagnato i ragazzi con passione e, soprattutto, i nostri studenti che hanno dimostrato che la bellezza più grande è quella che nasce dal cuore. Che questo progetto continui a brillare, come un diamante, portando luce a chi è in un momento di particolare fragilità”.
“Oggi – ha commentato il direttore generale di Asst Crema Alessandro Cominelli – celebriamo un traguardo importante per la collaborazione con il Cr.Forma, che da tempo vede impegnati i nostri professionisti del reparto di oncologia e i docenti dell’istituto al fine di generare nei più giovani un’attenzione peculiare alle pazienti oncologiche e aiutare le donne a tornare a splendere, proprio come un diamante. Credo che questa iniziativa abbia una doppia utilità per la nostra comunità: in primo luogo penso abbia garantito alle nostre pazienti l’opportunità di (ri) scoprirsi belle pur in un momento di fragilità. La terapia oncologica, fondamentale per combattere il tumore, spesso mette a dura prova il corpo. L’occasione di dedicarsi alla cura di sé e di avere accanto chi le ha aiutate a plasmare bellezza, al di là delle difficoltà, immagino abbia consentito alle donne di consolidare l’autostima e di coltivare nuove occasioni di socialità. D’altro canto, credo che il confronto con le pazienti oncologiche abbia permesso alle giovani studentesse di sperimentare un’altra importante declinazione della cura, che va oltre la mera dimensione estetica. Grazie alla scuola per aver creduto fortemente in questo progetto, unitamente ai professionisti dell’Asst che sanno bene quanto prendersi cura di una persona malata oncologica, non significhi solo curare una malattia, ma accogliere dolore, emozioni, paure e speranze di una persona e della sua famiglia. Questa iniziativa, che mi auguro abbia lunga vita, risponde perfettamente a questa convinzione, potendo contare anche sul sostegno diffuso di alcune associazioni che da tempo collaborano con il nostro reparto”.
Plauso all’iniziativa anche da parte del direttore della struttura complessa di oncologia Gianluca Tomasello: “Ritengo si tratti di un progetto educativo importante, da replicare magari a partire dalle scuole medie. Consente di avvicinare i più giovani alla tematica oncologica, permettendo loro di mettersi in gioco in prima persona a beneficio delle persone malate. Risponde quindi ad un impegno importante che ci riguarda come società: quello di fare a pezzi un tabù. Aiuta a parlare di argomenti emotivamente difficili in modo semplice, abbatte distanze e fa comprendere che le patologie oncologiche e le conseguenze che queste determinano rappresentano oggi un’importante questione sociale”.
Proprio la psiconcologa Clara Pelizzari ha focalizzato l’attenzione sull’alto valore sociale dell’iniziativa: “In questi anni ha offerto attimi di benessere a diverse pazienti che, in varie fasi della vita, stavano affrontando una prova difficile. Ha donato sollievo alle donne, dando loro l’opportunità di vedere riflessa un’immagine rinnovata, bella, non provata dalla malattia. Il messaggio che ha trasmesso loro è forte e chiaro: il cancro oggi è una malattia curabile: non deve prendere il sopravvento sulla vita di ciascuno di noi. Ai giovani studenti, invece, ha consentito di sperimentare un’esperienza relazionale importante, che li aiuterà a riflettere luce nel prossimo”.
Anche la neo-presidente dell’Associazione Rubino, Giuliana Riboli ha detto di essere totalmente soddisfatta per l’adesione, anche quest’ anno, al progetto Come un diamante: “Dopo averne constatato di persona i grandi risultati sono rimasta favorevolmente colpita dal giovamento delle ‘modelle’ sottoposte ai vari trattamenti: questo è un modo per restituire dignità ed autostima alle persone assistite. In aggiunta, questo progetto crea empatia nelle alunne che si rapportano con delicatezza alle speciali modelle. Un ringraziamento particolare va all’attenzione ed alla sensibilità della Signora Ancorotti, che si è resa disponibile, da quest’anno, a diventare sponsor di questo progetto”.
“Questo è un progetto che è nato dieci anni fa e che è cresciuto nel tempo – ha dichiarato Alessandra Bilato, ideatrice e referente del progetto per Cr.Forma – Vedere le modelle valorizzate come persone e non come pazienti, e le nostre ragazze e i nostri ragazzi che si prendevano cura di loro è stato potente. Ciò che facciamo qui e ciò che accomuna la scuola e l’ospedale è la prevenzione e la protezione. E posso dirlo: stiamo già lavorando per la prossima edizione. Allargheremo la rete e parleremo sempre più di emozioni”.
“A nome di tutte le mie compagne di viaggio – ha dato la sua testimonianza Simona Maiorana, modella di Come un diamante – voglio dire che ho trovato persone preparate e mai invadenti, un posto dove non ero la mia malattia ma una modella, professori e ragazzi che mi hanno accolto con un sorriso e mai con compassione. Dietro ciò che viviamo c’è un lavoro immenso: ringrazio tutti quelli che hanno consentito ciò che abbiamo vissuto e stiamo vivendo”.
Al termine, sono intervenute tre studentesse che hanno partecipato al progetto, Enny, Chiara e Josephine: “Abbiamo avuto l’onore di far parte di questo progetto. All’inizio non è stato facile, ma poi siamo riusciti a fare trattamenti specifici e ad entrare in empatia con tutte le modelle. Grazie alla scuola per questa opportunità che ci ha arricchito a livello umano oltre che a livello professionale. Questo progetto ci servirà molto nel nostro futuro. Siamo contente di aver fatto brillare come un diamante queste modelle”.
Ha chiuso l’evento, un buffet dolce e salato preparato da studenti, studentesse e professori del settore Ristorazione di Cr.Forma.