Cronaca

Assolto da un furto il parente
del dittatore Nicolae Ceaușescu

Si è trovato a processo a Cremona per un furto di sei pezzi di formaggio del costo di 60 euro commesso al Penny Market di Crema, e quando ha testimoniato davanti al giudice ha rivelato, seppur sommessamente, di essere imparentato con Nicolae Ceauşescu, leader del Partito Comunista Rumeno, il dittatore che amava farsi chiamare il “Genio dei Carpazi”. Morì fucilato assieme a sua moglie Elena Petrescu il 25 dicembre del 1989, dopo un’ora di processo sommario per crimini contro lo Stato e genocidio.

Il padre dell’imputato era il primo cugino del politico e militare rumeno. Fisico nucleare con un bagaglio culturale molto vasto, esperto di storia dell’arte e di astronomia, l’imputato, Vasile Ceauşescu, 72 anni, parla varie lingue e ha girato mezza Europa. Nel 2019 era a Crema con un’amica quando era stato fermato dalla sicurezza. Processato, è stato assolto per un difetto di querela, ma è stato condannato a un anno per aver fornito false generalità.

L’avvocato Clara Carletti

“Era convinto che i prodotti li avesse pagati la sua amica”, ha spiegato il suo legale, l’avvocato Clara Carletti. Il giorno in cui era finito in Commissariato, l’uomo non era in possesso dei documenti, e alla polizia aveva fornito un altro nome e nel frattempo aveva accusato un malore.

Dai controlli sulla sua identità era emerso che a suo carico pendeva un mandato di arresto europeo. Era quindi finito in manette e rinchiuso nel carcere di Cremona. Il 13 settembre del 2019, al termine dell’udienza di convalida, Vasile era stato estradato a Francoforte dove era rimasto due settimane. “Lì a Francoforte”, ha spiegato l’avvocato Carletti, “ha subito un giudizio e poi è stato rimesso in libertà con tante scuse perchè il mio assistito è stato vittima di un errore“.

Attualmente il 72enne, che è regolare sul nostro territorio, vive a Cinisello Balsamo dove lavora regolarmente come badante di un’anziano. “Vive con lui in casa”, ha spiegato l’avvocato Carletti, “perchè non ha mezzi per poter avere una casa sua”.

“Durante la rivoluzione romena del 1989”, ha raccontato il legale, “il mio assistito ha subito persecuzioni ed espropri. Ma era rimasto in Romania, lavorando, con uno stipendio misero, in una centrale nucleare fino alla pensione”. In Italia è arrivato nel 2010 dove è stato ospite di alcuni parenti. “Ha viaggiato molto all’estero: Germania, Inghilterra, Francia, sempre accolto da parenti. Parla bene diverse lingue. Il suo italiano è ‘costruito’ sul latino. È un signore che ha molto sofferto e che ha ricordi che vuole cancellare”.

“Più volte mi ha detto”, ha riferito l’avvocato, “che vuole continuare ad approfondire i suoi studi. Si è già interessato per iscriversi all’università Bicocca di Milano“.

Sara Pizzorni

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