Proteggersi dal monossido:
i consigli dei Vigili del Fuoco
Il caso della famiglia sterminata a Firenze dal monossido di carbonio riporta l’attenzione su un rischio concreto che ogni inverno tutti corrono, ossia quello di entrare in contatto, per il malfunzionamento di un impianto o per una perdita, con questo temibile gas, che è “estremamente pericoloso a causa delle sue caratteristiche” spiega Andrea Piazza, vice comandante dei Vigili del Fuoco di Cremona. La sua insidiosità sta newl fatto che “è un gas incolore, inodore, insapore, non irritante, quindi è difficile rendersi conto della sua presenza”.
Eppure, si rivela “estremamente tossico, quindi velenoso per il sangue, a bassissime concentrazioni, tanto da poter portare gravi danni alle persone, fino alla morte” continua il vice comandante. “È un gas che normalmente si sviluppa in tutte le combustioni: a partire dagli incendi, fino alle combustioni controllate che abbiamo nelle nostre abitazioni, all’interno degli apparecchi di riscaldamento che siano alimentati a gas combustibile oppure da combustibile liquido o solido. Pensiamo, ad esempio, ai camini, anche alle stufe e così via”.
Normalmente nelle case si è protetti dal monossido, “grazie al fatto che gli apparecchi di riscaldamento hanno le canne fumarie che permettono l’evacuazione in sicurezza all’esterno di tutti i prodotti nocivi della combustione” spiega ancora Piazza.
Ma a volte le cose non vanno come dovrebbero, e un guasto o un malfunzionamento possono essere fatali. Come evitare dunque rischi inutili? “Sono 3 le cose fondamentali da attuare per evitare il pericolo del monossido di carbonio. La prima è quella di installare tutti gli apparecchi di riscaldamento casalinghi nel pieno rispetto delle normative, rivolgendosi a tecnici abilitati. Allo stesso modo, tali impianti devono essere manutenuti correttamente, con controlli periodici, in particolar modo sulle sulle canne fumarie, che permettono l’evacuazione dei gas nocivi.
Un’altra regola importante – prosegue Piazza – è quella di evitare l’utilizzo, all’interno delle abilitazioni, di apparecchiature sprovviste di canna fumaria. Pensiamo ad esempio ai bracieri con combustibili solidi, un retaggio del passato. Terza regola, altrettanto importante, e che può salvare la vita, è quella di mantenere sempre aperti i fori di aerazione e ventilazione presenti nei locali dove ci sono le apparecchiature di riscaldamento, che permettono appunto il circolo dell’aria e evitano l’accumulo di sostanze nocive all’interno delle abitazioni”.
Laura Bosio