L’intelligenza artificiale:
lezione di don Compiani

Un intermeeting quello organizzato dal Lions Club Crema Duomo oltre le Mura, al quale hanno partecipato il Lions Castelleone, il Lions Crema Serenissima, e numerosi altri rappresentanti dei clubs del territorio, con al centro un tema particolarmente attuale, qual è quello dell’intelligenza artificiale, con un relatore che ne ha tratteggiato opportunità e rischi, suscitando numerosi interrogativi tra i presenti.
In apertura dell’intermeeting, i messaggi rituali legati all’etica sionistica, ed il riferimento al tema di studio nazionale intelligenza artificiale da parte del presidente del Lions Club Crema Duomo oltre le Mura, Riccardo Murabito.
A parlare di “Etica dell’intelligenza artificiale, tra rischi e opportunità” è stato Don Maurizio Compiani, docente di etica e intelligenza artificiale nel corso di laurea magistrale in Innovazione imprenditorialità digitale presso la sede di Cremona dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Don Maurizio ha subito chiarito che l’argomento interessa tutti, perché le caratteristiche proprie dell’intelligenza artificiale sono quelle della pervasività e della velocità, ed ha poi individuato alcuni temi sui quali focalizzare l’attenzione: dai linguaggi di riferimento, alle inquietudini che suscita l’intelligenza artificiale.
Per il relatore si tratta di “uno strumento, un artefatto che non è fatto per uno scopo, ma un sistema addestrato che risponde in maniera autonoma. Non è una tecnologia, o meglio, una tecnologia al servizio di tutto, la chiave che per secoli l’umanità ha cercato. Ed è un linguaggio che parla a tutti i settori del sapere”.
Nell’ultimo secolo abbiamo assistito a cambiamenti e innovazioni epocali, fa notare il relatore, ma se la tecnologia va così forte, diventa un problema per la società adattarsi, “perché se la rincorri, lei già è avanti e poi è difficoltoso valutare le conseguenze – commenta Don Maurizio – e quanto all’etica, questo non significa porre limiti alla ricerca, ma saper gestire l’innovazione, perché l’umano è l’unico essere capace di responsabilità”.
Grande attenzione da parte del relatore anche sul tipo di linguaggio dell’intelligenza artificiale, un nuovo modo di capire basato su matematica e algoritmi, la cui parola e il cui impiego nasce storicamente da un errore.
Ma da dove parte l’intelligenza artificiale si chiede il relatore: “Parte dall’esperienza e la suddivide nei dati, che sono l’approssimazione della realtà” risponde il relatore, in un gigantesco taglia, incolla, collega e scollega, facendo vedere cose nuove, senza però far capire come vengono raggiunte, e con una velocità impressionante.
E qui Don Maurizio mette in guardia sulle conseguenze: “Siamo allora noi a doverci adattare allo strumento e quindi fatichiamo a gestirlo, con il rischio anche di possibili disuguaglianze sociali – dice Don Maurizio – ed inoltre, l’intelligenza artificiale modifica il concetto di reale, confondendo il vero dal falso, con l’interrogativo sul futuro e sui rischi della gestione di questo strumento, che ad esempio potrà passare dalle terapie allo stesso potenziamento fisico”.
Una carrellata di esempi concreti ha fatto poi da cornice all’esposizione magistrale del docente della Cattolica, per il quale in definitiva le potenzialità sono enormi, ma serve una grande responsabilità da parte di tutti.
Ilario Grazioso