Lavoro in nero e sfruttamento:
denunciati due titolari nel Cremasco
Nell’ambito dei controlli mirati al contrasto del lavoro irregolare ed al caporalato, giovedì mattina i Carabinieri di Crema e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Cremona hanno controllato un’azienda agricola con sede nel Cremasco, denunciando all’Autorità Giudiziaria i due titolari.
L’intervento nell’azienda, operante nel settore dell’allevamento di bovini, si è reso piuttosto sospetto sin da subito: infatti, all’arrivo delle pattuglie, due uomini si sono dati alla fuga. I due sono stati inseguiti, raggiunti e identificati, risultando essere lavoratori dell’azienda.
Una volta identificati anche i titolari della società agricola, sono stati avviati gli accertamenti di specifica competenza da parte dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, i quali hanno appurato che i due dipendenti lavoravano in “nero”, sprovvisti oltretutto di regolare permesso di soggiorno.
Entrambi sono irregolari sul territorio italiano e uno di loro era già stato espulso nell’agosto del 2023 dal Questore di Brescia perché clandestino. Dal controllo è emerso anche che i due datori di lavoro stessero sfruttando il lavoro dei due stranieri che, senza contratto, sono risultati tredici ore al giorno, non potevano godere di giornate di riposo e uno dei due lavoratori era alloggiato e viveva in un container presente nell’azienda, in evidenti condizioni igieniche precarie.
Per tali motivi i titolari dell’azienda sono stati denunciati per sfruttamento del lavoro e impiego di lavoratori privi del permesso di soggiorno, mentre i due lavoratori sono stati denunciati per il loro stato di clandestinità.
I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro hanno anche accertato numerose violazioni amministrative per un totale di circa 40 mila euro di sanzioni amministrative pecuniarie e ammende: infatti, i lavoratori erano stati assunti senza preventiva comunicazione agli uffici preposti, non avevano ricevuto un’adeguata formazione in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e informazione sui rischi sul lavoro, non erano stati inviati a visita medica preassuntiva obbligatoria, era stata omessa la valutazione del rischio in materia di microclima ed il pagamento della retribuzione avveniva in contanti e non in maniera tracciabile. Per l’impresa è stato adottato un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoria.