Crema, Beretta torna all'attacco:
"Finalpia sempre più depauperata"
Simone Beretta torna all’attacco contro l’amministrazione comunale, in particolare contro il sindaco Fabio Bergamaschi. Questa volta, nel mirino c’è la questione relativa al depauperamento di Finalpia, alla quale al consigliere comunale di Italia Viva non va giù l’immobilismo del comune nei confronti dell’ente.
“Un sindaco non si occupa dell’effimero, dovrebbe occuparsi delle cose essenziali – esordisce Beretta – per Bergamaschi invece si addice il contrario. Il Ponte dei “sospiri”, il bocciodromo smarrito, gli Stalloni al palo, lo stallo dei parcheggi a pagamento, nessuna idea su un necessario palazzetto dello sport, la vergogna dell’ascensore in piscina per persone in difficoltà a deambulare, il decoro della città che lascia a desiderare, la pista di atletica ancora senza spogliatoi, troppe strade pericolose, ciclabili insicure, insensibili cimiteri, avanzo di amministrazione superiore ai 10 milioni nel tempo “deperito”, tassazioni conseguenti inique, partecipate poco partecipate, città insicura, sempre più, privati che rifiutano assistenti sociali assegnate”.
Questa lista è il preludio al topic principale, ovvero, Finalpia: “Che dire in merito, non si è fatta mancare probabili infiltrazioni mafiose – accusa il consigliere di Italia Viva – Diversi anni, troppi anni fa la sinistra scelse di alienare il patrimonio di Finalpia con una strategia ad oggi fasulla considerati i risultati “non” raggiunti. Purtroppo, senza se e senza ma, uno l’hanno raggiunto: il lento e progressivo depauperamento del valore patrimoniale dell’immobile di Finalpia a suo tempo periziato per 10.000.000 di euro ma ora già a bilancio per 7.000.000 di euro. Il 30% in meno. Che campioni! Un insuccesso annunciato”.
Beretta passa all’analisi degli errori che, secondo lui, sono stati commessi dal Comune nei confronti di Finalpia: “Primo errore macroscopico su tutti una perizia sul patrimonio piuttosto che una perizia sul valore commerciale dell’immobile. Il secondo, grave, continuare a nascondere le condizioni pattuite tra gli attori in campo tenendo riservati i documenti necessari a comprendere lo stato dell’arte di un disastro annunciato. Succede così che, quando non si possono più tenere nascoste alcune condizioni, allora ci fanno scoprire, solo qualche mese fa, di un vincolo che non aiuta di certo a mettere sul mercato nelle e alle migliori condizioni l’albergo di Finalpia, vincolato per il 65% a struttura alberghiera, quindi senza alcuna possibilità di trasformare quella realtà in un residence, l’unica forma e modalità per la quale trovare investitori e mantenere inalterato il valore patrimoniale dell’ex colonia cremasca”.
Secondo il consigliere, infatti, andava in primis tutelato il patrimonio immobiliare, per poi valutare la sua vendita.
“Solo dopo aver liberato la Fondazione dai debiti che nel tempo sono andati maturando, e che ancora oggi sono nell’ordine di ben oltre un milione di euro, con tutte le conseguenze del caso – aggiunge Beretta – se ci trovassimo nella condizione di non poter onorare la restituzione delle rate di rientro pattuite con la Banca Popolare ed il comune di Finalpia”.
“Io temo – conclude Beretta – che se venderanno lo faranno nelle peggiori condizioni possibili e con il rischio di una vendita iniqua rispetto al valore reale della proprietà. Inoltre, in un momento così difficile Bergamaschi decapita il vertice lasciando ad altri di gestire ciò che i campioni della Bonaldi non sono stati in grado risolvere. Non si abbandona una nave in difficoltà nel tentativo di chiudere le falle di una giunta che si era dimostrata inconcludente e che ancora oggi più che realizzare opere continua a studiare sprecando inutilmente risorse importanti. Oggi, dopo anni di attesa, siamo ancora qui a chiedere trasparenza per conoscere lo stato dell’arte attuale e a pretendere proposte aperte alla sensibilità di tutti, ma non ci crede nessuno perché il tema appare essere sempre più quello di tenere in soffitta l’insuccesso economico che ci sarà acidamente servito”.