Sraffa e innovazione, nuove
stampanti 3D alimentari
L’innovazione anche in cucina. All’Istituto Sraffa di Crema proseguono gli investimenti nell’ambito della digitalizzazione e del miglioramento delle dotazioni laboratoriali. Questa volta ad essere interessati sono stati i laboratori enogastronomici di via Dogali, oggetto di importanti investimenti nell’ambito di finanziamenti statali ed europei.
In particolare, grazie a fondi PNRR, la scuola diretta da Roberta Di Paolantonio ha avuto la possibilità di dotarsi di stampanti 3D alimentari di ultima generazione, impiegate proprio per approfondire le tecniche e le caratteristiche della stampa alimentare. Per fare questo oltre a sw e dispositivi (le stampanti presenti a scuola sono la Wiibox sweethin e la Procusini) serve anche la formazione.
Proseguirà per tutto il mese di ottobre nell’ambito del Pnrr Dispersione un progetto di stampa 3D alimentare con incontri pomeridiani articolati in una parte teorica ed in una pratica, secondo le indicazioni del docente esperto Fabrizio Tiriticco e del tutor Ferdinando Sapienza.
Nella parte teorica saranno approfonditi l’uso di appositi programmi che consentono il disegno tridimensionale, in maniera da avvicinare gli studenti a questi argomenti facendo capire loro come usare le stampanti 3D in dotazione, nonché le possibilità offerte dalla scannerizzazione delle figure da poter poi realizzare.
“Fare pratica con le competenze acquisite in aula per poi stampare utilizzando materiali che prepariamo in laboratorio, perché ciò che si estrude viene creato dagli stessi ragazzi – dice il prof. Fabrizio Tiriticco – dal cioccolato, alle patate, al caramello, alla pasta per i biscotti, al burro di arachidi”.
Tra le particolarità di questo progetto – aggiungono i proff. Tiriticco e Sapienza – c’è proprio una nuova visione di cucina e sala bar: “Una nuova strada per le nostre esercitazioni di laboratorio, che partendo dalle considerazioni che stanno alla base dell’HACCP alimentare, portano alla produzione di pezzi unici, senza però ricorrere all’uso di stampi in silicone. C’è tanto ancora da studiare per tutti, però si parte da qui per presentare ai ragazzi a cosa può servire una stampante 3 D – concludono i due docenti – ad esempio per realizzare in pasticceria soggetti unici da utilizzare come decorazione, anche per bevande e caffetteria”.
“La nostra scuola mira a fornire una preparazione ai ragazzi in grado di accompagnarli sia nel mondo del lavoro, che in quello universitario e per questo per ogni indirizzo in questi anni sono stati fatti investimenti importanti per dotare tutti di laboratori specifici, perseguendo così il miglioramento della nostra offerta formativa – dice la dirigente scolastica Roberta Di Paolantonio – L’abbiamo fatto anche nel settore dell’enogastronomia e dell’ospitalità alberghiera grazie a fondi europei Pnrr e Labs, acquistando queste stampanti 3 D che ora mettiamo in funzione, per consentire ai nostri studenti di seguire un percorso di formazione proprio sull’utilizzo di questo processo produttivo innovativo, che per noi rappresenta un vanto, e ci consente di dare loro delle competenze professionali all’avanguardia”.