Asst Crema, Infermieristica:
l’incontro con i dirigenti scolastici
Un innovativo progetto di orientamento rivolto agli studenti di quarta e quinta superiore per raccontare la bellezza e la complessità della professione infermieristica, facendo emergere le specificità della sede cremasca del corso di laurea triennale dell’Università degli Studi di Milano, fornendo informazioni utili per il test di ammissione, oltre che per offrire la possibilità di una simulazione teorica, finalizzata a far comprendere la complessità del sistema di emergenza, ed una pratica, in laboratorio, dedicata alle tecniche di medicazione di una ferita cutanea, all’apprendimento della posizione laterale di sicurezza e alla rilevazione della pressione arteriosa.
È quanto presentato dalla direzione generale dell’Asst di Crema che, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, ha inteso incontrare i dirigenti scolastici degli istituti cremaschi. Per Asst Crema erano presenti il direttore generale Alessandro Cominelli, il direttore della direzione aziendale delle professioni sanitarie e sociosanitarie Annamaria Bona e il direttore del corso di laurea Laura Milani. Per l’Università degli studi di Milano era presente Maura Lusignani, presidente del corso di laurea in infermieristica di Unimi. Per gli istituti scolastici cittadini erano presenti le orientatrici Duranti (Racchetti Da Vinci), Lisè e Regazzetti (Munari), Melada (Liceo delle scienze applicate e ITIS Galileo Galilei). Con quest’ultima anche la dirigente scolastica Paola Orini e la professoressa Paola Guerci, referente per l’indirizzo biomedico.
“Abbiamo voluto questo incontro – ha chiarito in apertura il direttore generale – per raccontarvi come è cambiata negli anni la professione infermieristica ed illustrarvi l’opportunità professionale che possiamo offrire ai giovani studenti cremaschi, avendo a cuore tanto il futuro dei giovani, quanto quello della nostra comunità. Essere infermiere oggi non significa più essere un mero esecutore di prestazioni, quanto un progettista dell’assistenza in ogni setting di cura, dalle competenze trasversali e da un elevato grado di empatia. E’ fondamentale anche la capacità di lavorare in rete, nell’ambito di sistema sanitario che vede nell’integrazione con il sociale ed il sociosanitario il suo futuro”.
Attivo a Crema da una decina di anni, il corso di laurea in infermieristica ha formato un centinaio di professionisti, unendo alla preparazione teorica, esperienze di tirocinio in varie strutture sanitarie e sociosanitarie del territorio. “Quella della professione infermieristica rappresenta oggi anche una grande opportunità occupazionale in un ospedale a misura, ma che resta la prima azienda del territorio”.
In controtendenza con il dato nazionale, “il numero di iscritti a Crema anche per il 2024 è rimasto stabile (sono circa una trentina i nuovi iscritti), ma siamo qui per chiedervi di collaborare, di lavorare insieme per aiutarci a far conoscere nel dettaglio questa opportunità alle giovani generazioni”.
Sugli sbocchi occupazionali, in particolare diversi dall’ambito prettamente ospedaliero, si è concentrato l’intervento di Annamaria Bona: “L’infermiere – ha chiarito – non è più solo colui che lavora in ospedale: può divenire un riferimento anche sul territorio, occupandosi anche di prevenzione, di disabilità e di riabilitazione”. E’ un professionista dotato di autonomia organizzativa e decisionale: “il modello di cura che si sta affermando – ha confermato Lusignani – non è più medico centrico: oggi si lavora insieme, si lavora in equipe con un grado di commistione e contaminazione di saperi sempre più elevato. Dobbiamo abbandonare i vecchi retaggi culturali legati a questa professione: dobbiamo crederci e raccontarlo ai giovani”.
In Italia si contano 6,2 infermieri ogni 1000 abitanti, un dato al di sotto della media europea, che, valutato il progressivo invecchiamento della popolazione palesa un problema: “dobbiamo rendere attrattiva questa professione, insieme, anche illustrando le tante opportunità di crescita professionale che negli anni si sono affermate: si pensi alla laurea magistrale, al dottorato. Dobbiamo investire sulla formazione professionale”.
“Vi chiediamo – ha concluso il dg rivolgendosi ai dirigenti scolastici – di condividere con noi il percorso : di parlare ai giovani per formare professionisti che si prendano cura del nostro territorio, del nostro ospedale e della nostra comunità”.