Cultura

A ‘Imondidicarta’:
il gioco della vita

Dopo il prologo di venerdì sera con l’Aperitivo sulle Mura nei chiostri del Centro Culturale Sant’Agostino a cura del Rotaract Terre Cremasche è partito ufficialmente a Crema il Festival cultural gastronomico Imondidicarta, con la presentazione alla città nel tardo pomeriggio di sabato, della scultura simbolo di questa dodicesima edizione, ispirata al tema “A che gioco giochiamo?”.

Dopo i capolavori di Pomodoro, Manzù, Bondini, Messina, Panceri, Guerresi, Carta, Borghi e Delle Monache, grazie al Festival voluto da Enrico Tupone, in piazza Duomo arriva Continuo, la scultura dell’artista toscano Roberto Barni, le cui opere sono conservate nelle più importanti strutture museali dal Queens Museum di New York, agli Uffizi a Firenze.

La scultura in bronzo svelata in piazza Duomo è stato spiegato nel corso dell’inaugurazione, risale al 1999, e presenta due uomini privi di tratti somatici ben definiti, vestiti in giacca e cravatta, ai lati di una scala a pioli simile a un famoso gioco per bambini.

“Le due figure, simbolo di tutti gli uomini e le donne del mondo, sono imprigionate in una non azione, per evitare di cadere, trasmettendo così un sentimento di costrizione nel dover ripetere un atto infinito, senza apparente successo, ma anche un senso di ilarità per la somiglianza con il dondolo”. Continuo – hanno spiegato gli organizzatori – diventa immagine della continua ricerca di equilibrio quotidiano, che viviamo tutti in questo mondo caratterizzato da velocità, stress, innovazione. L’inaugurazione come sempre è stata allietata dalla musica della Banda Giuseppe Verdi di Ombriano, nel ricordo di uno dei padri della manifestazione, Antonio Zaninelli, già presidente della Banda, scomparso nel 2020. Il Festival che gode dei patrocini di regione Lombardia, comune di Crema, Proloco Crema, Touring Club Italiano, ASST Ospedale Maggiore di Crema e Rotaract Terre Cremasche, prosegue fino a domenica prossima, mettendo insieme numerosi sponsor, ed il supporto tecnico di importanti realtà aziendali ed enogastronomiche del territorio, oltre alla collaborazione di studenti e docenti del CrForma e dell’indirizzo enogastronomico dell’Istituto Piero Sraffa di Crema.

Ricchissimo il programma, con una ventina di incontri per parlare di cibo e non solo, di gioco, perché alla fine forse è questa la soluzione a tutto, il gioco consapevole come metafora della vita, capace di alleggerirne la quotidianità, gli umori, i pensieri, le ansie. Ma anche riqualificazione urbana, scoperta dei sapori di diverse tradizioni culinarie, arte, libri, le donne coraggiose raccontate dalla vicedirettrice del Corriere, Barbara Stefanelli, ed anche le consulenze gratuite.

“Eravamo nati all’inizio solo come una manifestazione che riguardava il cibo – commenta a margine dell’inaugurazione Enrico Tupone – poi man mano il Festival si è sviluppato, estendendo il suo interesse a tutto il mondo artistico, dagli attori ai registi, ed anche alle scuole ed a tutti coloro che si occupano di cibo che ora ci danno una mano”. Dal sindaco Fabio Bergamaschi il plauso all’associazione culturale omonima che organizza la manifestazione, e che fin dalla prima edizione arricchisce il panorama degli eventi culturali cittadini di inizio autunno, indagando con uno sguardo poliedrico temi che sono determinanti per le persone – ha detto il sindaco – ma facendolo com’è il caso di quest’anno, in maniera originale. Sottolinea il tema dell’edizione numero dodici, l’assessore alla cultura Giorgio Cardile, ponendo l’attenzione nel suo intervento proprio al gioco, visto come elemento che ci consente di imparare qual è il valore del rispetto delle regole e della consapevolezza di ciò che deve essere la vittoria e la sconfitta: “Questa manifestazione ci fa vivere un’esperienza sensoriale completa, con tematiche differenti per ritornare a quella genuinità che si vede negli occhi nei bambini”, ha concluso il giovane assessore.

 

Ilario Grazioso

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