Auto travolta da treno: l'autista
miracolato era ubriaco, a processo
La sera del 13 dicembre del 2019 era stato salvato da un automobilista che lo aveva trovato nella sua auto, ferma sui binari della ferrovia a Castelleone. Una tragedia sfiorata, se si pensa che da Crema stava arrivando un treno che avrebbe di lì a poco stritolato l’auto, una Lancia Musa. Ma il conducente era stato fatto uscire in tempo. Dopo l’urto, il treno aveva fermato la sua corsa e i passeggeri erano stati fatti scendere.
Il 33enne della Costa d’Avorio che era a bordo della Musa e che si era messo alla guida dopo aver assunto alcol e stupefacenti, è finito a processo per interruzione di pubblico servizio e per resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo, che aveva riportato lievi ferite, aveva tentato di attraversare i binari con la macchina ignorando la transenna che delimita il cantiere per la manutenzione della linea.
Una volta arrivato in ospedale, curato e poi dimesso, se l’era presa con i carabinieri che gli avevano chiesto di lasciare l’ospedale di Crema in quanto il ricovero non era più necessario. “Servi dello Stato”, “sbirri di m…”, “prima o poi la pagherete”, aveva detto, per poi alzare il pugno nei confronti di un militare che per evitare di essere colpito era stato costretto ad allontanarlo con lo spray urticante.
In aula, il suo legale, l’avvocato Cesare Grazioli, produrrà una passata sentenza emessa nei confronti del suo assistito, che era stato giudicato incapace di intendere e di volere per fatti antecedenti all’agosto del 2019.
Si torna in aula il 26 febbraio per la decisione del giudice.
Sara Pizzorni