Il colore del medioevo
nella mostra di Daniela Miragoli
Si può visitare fino al 6 ottobre presso la Galleria Arteatro della Fondazione san Domenico la mostra “L’emozione del colore. Incontri e riscoperte nell’iconografia medievale” di Daniela Miragoli, inaugurata sabato e che si propone la riscoperta di un periodo, il medioevo, considerato dai più come cupo, e che invece i colori delle riproduzioni dell’artista lo fanno vedere sotto un altro aspetto. Nel corso della presentazione che ha visto la partecipazione del consulente Venerio Congedo, è stato evidenziato come la mostra si propone di “far comprendere la fatica degli artigiani, la loro maestria tecnica, il loro mondo espressivo, permettendo al visitatore la riscoperta di immagini di non facile reperibilità”. In particolare, per il consulente romano, “secondo un pregiudizio storico, questo periodo rappresenta un secolo cupo, chiuso nemico di ogni bellezza e di ogni colore, ma l’artista dimostra il contrario, ed il sogno di Daniela Miragoli non le ha impedito di esplorare questo mondo, anzi le ha permesso di donare a tutti noi questa bellezza”.
Le riproduzioni che si possono ammirare presso la Galleria Arteatro evidenziano la particolarità, la ricerca e l’originalità, sia nell’utilizzo dei materiali, sia nell’arte di creare i colori grazie all’uso di materiali, quali i pigmenti minerali naturali e le tempere all’uovo. Il materiale più utilizzato dall’artista come supporto è la pergamena, ma si trovano esposti anche lavori su carta di cotone, carta di lino, ed anche supporti di legno e fogli di sughero, un’esperienza che l’artista sta ricoprendo da una decina di anni utilizzando il sughero trattato, con risultati buoni in quanto le tempere all’uovo rispondono bene. Due le sezioni in cui si articolano i percorsi espositivi: un percorso attraverso la riproduzione raffigurante i temi, le battaglie, la musica, le donne e le immagini che provengono da testi religiosi, e l’altra sezione interamente dedicata a due opere, una è il “Tacuinum sanitatis in medicina”, che si rifà alla medicina, da Ippocrate alla medicina araba arrivata in Sicilia, e il secondo il “Codex Manesse”, importante raccolta di preghiere, inni, canzoni, illustrato da autori dell’epoca che raffigurano usi e costumi, in un tedesco antico che cominciava a staccarsi da latino. Per secoli, le cornici miniate e gli altri elementi decorativi arricchiti con oro e colori brillanti sono stati usati per creare splendidi effetti e illustrare le pagine dei manoscritti, tra decimo e quattordicesimo secolo in particolare. Il termine miniatura che sta ad indicare ciò che l’artista ripropone in questa mostra, definisce proprio la decorazione e l’illustrazione di un manoscritto.
La mostra è visitabile dal martedì al sabato dalle 16 alle 19, la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.
Ilario Grazioso