Politica

Bonaccini a Crema:
“PD, uniti si vince”

Oggi si chiude la Festa de l’Unità al podere di Ombrianello a Crema con il dibattito sull’autonomia differenziata alla presenza dell’ex ministro della difesa Lorenzo Guerini, ma ieri sera la scena è stata tutta per Stefano Bonaccini, presidente del partito, nonché eurodeputato e già presidente della regione Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Accolto dal consigliere regionale Matteo Piloni e dallo stato maggiore del partito nel territorio, Bonaccini è salito subito sul palco e ha parlato per circa un’ora, con un intervento che ha spaziato un po’ su tutti i temi del dibattito politico nazionale e internazionale, con un focus principale su sanità e scuola pubblica, ma anche lavoro e strategie che il centrosinistra deve mettere in campo per passare da alternativa all’attuale governo Meloni, alla guida del Paese alle prossime elezioni politiche.

Sì, perché per Bonaccini “mai come ora il partito è unito” e questo non può che rappresentare il punto di partenza per costruire un nuovo centrosinistra, aperto, plurale, capace di accogliere altre esperienze politiche. Un nuovo centrosinistra nel quale i contenuti ed i programmi devono necessariamente tornare ad essere centrali e preminenti rispetto ai singoli e a ciò che questi rappresentano, da Calenda a Renzi, da Fratoianni a Conte: “Il 24% delle Europee è un risultato positivo, ma non risolutivo, l’obiettivo deve essere per noi raggiungere almeno il 30% – ha detto l’esponente del Pd a Strasburgo – ma per costruire un’alleanza larga, plurale e forte ci devi portare gli altri a votare, non solo i nostri. E noi – ha aggiunto Bonaccini – finalmente siamo tornati da dove mancavamo da troppo tempo, lì dove la gente vive, lavora, soffre, si diverte, come stiamo facendo in quest’estate militante”.

Dal palco della Festa de l’Unità di Crema, Bonaccini ricorda i 40 anni dalla morte di Enrico Berlinguer, ma anche i 70 dalla scomparsa di Alcide De Gasperi e sottolinea un’insoddisfazionediffusa rispetto al governo Meloni che serpeggia nel Paese: “Fino a qualche mese fa tutti credevamo in un governo che potesse arrivare alla fine della legislatura visti i numeri in Parlamento, ma ora comincio a pensare che potrebbero anche avere difficoltà ad arrivare a fine legislatura. La sanità è percepita dalla gente come il primo problema del Paese e da ultimo, il dibattito sullo ius scholaeci dice che anche chi ha votato a destra si comincia a rendere conto della necessità di affrontarlo. Certo – conclude a margine del suo intervento – mi auguro che l’apertura di Tajani sia un’apertura seria, perché se fosse un calcolo politico sarebbe umiliante e cinico nei confronti di milioni di bambini e ragazzi a cui quei diritti sono negati”.

Sulla sanità, Bonaccini rincara la dose: “La Meloni dice che ha portato il Fondo sanitario pubblico a 138 miliardi di euro, ma dice una mezza verità ed una banalità, perché ogni anno il fondo sanitario di poco o molto aumenta rispetto all’anno precedente, e non si deve guardare a questo parametro per valutare se stai investendo o no nella sanità pubblica. Ma ad altri”, e cita le liste di attesa per le prestazioni erogate dal pubblico. In questo ambito Bonaccini traccia la linea da seguire nell’azione del PD: “Difesa della sanità e della scuola pubblica, perché ormai è chiaro, quello che ha in mente il governo è il modello lombardo, che presenta eccellenze, ma anche grandi difetti a partire dalla poca sanità territoriale e dalla forte presenza del privato, convenzionato ma sempre privato è”. Nell’ora circa di intervento, davanti ad una numerosa e attenta platea nonostante caldo, umidità e zanzare, c’è spazio nelle parole di Bonaccini anche per la transizione energetica e per l’UE. Sul primo punto, cita l’esempio del rigassificatore di Ravenna che ha messo insieme sindaci, regione Emilia Romagna, sindacati: “La sinistra deve tenere insieme ambiente e lavoro – dice Bonaccini – con i rigassificatori di Ravenna e Piombino l’Italia non dipenderà più dal gas russo, ma nel futuro occorre insistere sulle rinnovabili che non inquinano, ricercando l’equilibrio nella transizione, facendola con i tempi giusti”. Quanto all’UE, per l’ex antagonista di Elly Schlein alle primarie di partito, “l’Europa deve giocare un ruolo politico su tanti temi, perché per ora è stata unita solo sulla moneta. Ma l’Europa è garanzia per uno spazio democratico, di civiltà e di libertà”.

 

Ilario Grazioso

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