Festa Unità Crema: Piloni
e Roggiani bocciano Fontana
Prima serata ieri a Crema per la storica Festa de l’Unità a Ombrianello, che torna “alla grande” come ha detto il consigliere regionale Matteo Piloni in apertura di serata, e lo fa sia per l’offerta enogastronomica, di intrattenimento e di dibattiti politici, sia per la partecipazione popolare.
Ieri ad inaugurare lo spazio dibattiti, moderato dal coordinatore PD del Cremasco Daniele Qallaj, lo stesso consigliere regionale Piloni che ha dialogato con la deputata Silvia Roggiani, componente delle Commissioni Bilancio e Semplificazione della Camera dei Deputati, nonché anche segretaria regionale del partito guidato da Elly Schlein. Centrale negli interventi dei due esponenti della sinistra, sanità, autonomia differenziata, trasporti, imprese e scuola: temi sui quali le azioni del Governo Meloni e quelle di regione Lombardia sono giudicate nettamente inadeguate per far fronte alle esigenze dei cittadini lombardi.
Nel ragionamento della deputata nativa di Busto Arsizio, la grande esigenza sentita dai cittadini verso il superamento delle liste d’attesa che bloccano tanti lombardi nell’accesso a cure ed esami diagnostici. Per l’onorevole Roggiani il Governo Meloni non investe e la regione guidata da Attilio Fontana, sulla sanità, non svolge più il ruolo che pure potrebbe stando alle norme. Dal nazionale al locale, secondo il PD sulla sanità il centrodestra, va verso la liberalizzazione al privato: “O paghi o aspetti” ha chiosato la giovane esponente democratica.
Quanto al mondo produttivo, per Roggiani la Lombardia non è più locomotiva Italia in quanto numerosi indicatori dicono il contrario: “Stiamo scendendo nel ranking sanitario ed in quello economico”, osserva la deputata. Ma il PD vuole passare dalla protesta alla proposta, da qui l’impegno nella raccolta firme per la legge regionale di iniziativa popolare “Con la Salute non si scherza”, per rendere concreto anche per i lombardi il diritto a potersi curare con il sistema sanitario pubblico.
Sul punto il consigliere regionale Matteo Piloni sottolinea come gli effetti del dramma che è stato il covid non sono stati quelli sperati, sia in Italia, che in Lombardia: “Si definanzia la sanità pubblica è questo uno schiaffo a tutto il personale medico che nel 2020 è stato in prima fila”, ed allora per Piloni anche per questo è “importante fare arrivare in regione la voce e le firme dei lombardi, per obbligare il consiglio ad esprimersi su questa proposta di legge, con l’obiettivo di giungere a 100mila firme, anche se ne servirebbero solo 5mila”.
Nel corso del confronto con la collega di partito, Piloni ricorre al dialetto quando utilizza l’espressione “Ghe la fem mia” pronunciata da qualcuno quale rassegnazione dopo 30 anni di regione a guida centrodestra: “Non è così, perché dobbiamo farcela a cambiare questa regione dopo tutti questi anni di centrodestra” dice Piloni. E sulla sanità, si rafforzano i principi che sono alla base della legge di iniziativa popolare: universalità del servizio, territorialità, centralità della prevenzione, governo pubblico degli erogatori. “Invece a Roma come a Milano si fa esattamente il contrario – sostiene Piloni – noi non siamo assolutamente contro il privato convenzionato, ma è necessario mettere un po’ di equilibrio, e per farlo serve una regia pubblica, accettando delle regole e abrogando la legge Moratti”. Critiche dai due esponenti PD anche all’approccio che caratterizza l’azione della regione su transizione ecologica e impresa, bocciando il sistema dei bandi click day, e un no secco all’autonomia differenziata: “Non da risposte, si passa da Roma ladrona al centralismo regionale” continua Piloni.
Tra gli altri argomenti trattati nel corso del primo dibattito di questa edizione della Festa de l’Unità a Crema, i trasporti, sia la linea ferroviaria verso Milano, che la strada statale Paullese, ma anche la necessità di sostenere i comuni attraverso unioni e fusioni: “Anche qui, in Lombardia si fa l’esatto contrario, vige il criterio del divide et impera – dice Piloni – e da parte del Governo si fa l’autonomia differenziata ma poi si tagliano le risorse ai comuni e alle provincie, che sono le gambe di quell’autonomia che vorrebbero chiedere”. Su questo il consigliere regionale chiude il suo intervento elencando i tagli governativi che interessano proprio la provincia di Cremona: “116 mila euro all’anno in meno per i prossimi 5 anni al comune di Crema, 370 mila euro al comune di Cremona, 2 milioni e 800 mila euro alla provincia di Cremona”.
Ilario Grazioso