Cronaca

Botte e violenza al centro massaggi
Cliente condannato: 1 anno e 9 mesi

Tentata violenza sessuale e lesioni. Con queste accuse un 25enne piacentino residente a Crema è stato condannato dal collegio dei giudici di Cremona ad una pena di un anno e nove mesi. L’imputato era accusato di violenza sessuale consumata, ma il pm, nella sua requisitoria, ha ammesso che mancava la prova, chiedendo per il 25enne una pena di 4 mesi. I giudici hanno invece ritenuto che ci fossero elementi per condannare l’imputato, non per violenza consumata, ma solo tentata, oltre al reato di lesioni.

I fatti risalgono alla sera del 20 febbraio 2019 al centro massaggi Farfalla di via Stazione a Crema. Vittime, due donne, tra cui una massaggiatrice cinese che era stata aggredita, picchiata e molestata dal cliente che avrebbe preteso di più di un semplice massaggio. L’uomo aveva alzato le mani anche su una collega della massaggiatrice, aggredita con calci nella pancia quando era al settimo mese di gravidanza.

Alle 23,30 di quella sera, il ragazzo, in stato di alterazione dovuto all’alcol, aveva chiesto di entrare per un massaggio. La massaggiatrice, che stava facendo le pulizie prima di chiudere, lo aveva accontentato in quanto lo aveva visto agitato. Poi lui aveva chiesto insistentemente una prestazione sessuale. La vittima aveva rifiutato e il 25enne aveva cominciato a menare le mani. Le grida della donna erano state sentite dalla collega che abitava al piano superiore e che era scesa a controllare.

“Lui era infuriato e la stava picchiando”, aveva raccontato la connazionale. “Cercava di buttarla sul lettino per violentarla. Io ho cercato di separarli, ma sono stata aggredita anche io. Ero incinta e lui mi ha sferrato calci sulla pancia fino a farmi cadere. Alla fine siamo riuscite a mandarlo fuori, ma lui è rientrato, rompendo anche un vetro. Ho chiamato il 118 e il mio fidanzato, che parla meglio l’italiano, e poi è arrivata la polizia che lo ha fermato”. L’altra ragazza, invece, in aula non si è mai presentata. Risulta irreperibile.

“C’erano urla e rumori”, aveva spiegato a processo uno dei poliziotti intervenuti. “La porta era danneggiata, l’ingresso era tutto a soqquadro e c’era un giovane che inseguiva le due dipendenti cinesi. All’interno del centro, uno dei letti non era in ordine. Le donne, poi portate in ospedale, erano molto agitate, una di loro era anche in evidente stato di gravidanza e lamentava dolori alla pancia. Nessuna delle due parlava italiano. Il ragazzo, invece, era visibilmente alterato dall’alcol: aveva gli occhi arrossati e l’alito vinoso”. L’imputato, assistito dall’avvocato Giovanni Bertoletti, era anche accusato di danneggiamento. I giudici hanno dichiaro il “non doversi procedere” per questo reato, in quanto, come sostenuto dal difensore, “c’era un difetto di procedibilità: querela non valida, non essendo le massaggiatrici titolari del centro”.

Sara Pizzorni

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...