Italia Viva, Maria Elena Boschi a
Pandino per la campagna elettorale
Condivisione di prospettive sul territorio e in Europa. Questo è lo slogan dettato da Maria Elena Boschi, capogruppo di Italia Viva alla Camera, che giovedì sera ha tenuto una conferenza stampa al ristorante Ad Convivium di Pandino, per portare avanti la campagna elettorale europea di Stati Uniti D’Europa, in vista delle Europee di giugno.
La parlamentare di Italia Viva è stata accolta dal presidente provinciale del partito Giovanni Biondi, con lui anche Simone Beretta e Paola Orini. Boschi ha poi conosciuto di persona Luigi Galimberti, candidato sindaco di Pandino appoggiato proprio dal partito di Italia Viva, nonostante la lista sia principalmente civica.
Nel corso della conferenza, Boschi ha ribadito l’importanza della credibilità agli occhi dei cittadini: candidarsi per il parlamento europeo significa poi andarci fisicamente, non restando a Roma, riferendosi agli avversari politici come Salvini, Meloni e Tajani.
La deputata ha sottolineato l’importanza del voto, ricordando la responsabilità degli elettori di compiere tale gesto, ed infine ha rimarcato l’obiettivo cardine della sua campagna: cercare di dare all’Europa un’Unione più forte e coesa, per avere maggior voce in capitolo. Per farlo bisogna sostenere il movimento europeista, cercando di togliere seggi europei ai sovranisti del centrodestra.
“L’Europa deve essere più forte, pensate a cosa sarebbe successo se non ci fosse stata l’UE – spiega Boschi – Se Salvini dice ‘Meno Europa’ allora restituisca le risorse che gli vengono fornite da Bruxelles. Ovviamente ci auguriamo che questo non accada. Quelli più critici con l’Europa oggi usufruiscono delle loro risorse: sono incoerenti”.
La deputata ha infine risposto alla domanda di Cremona Uno, in merito all’immigrazione incontrollata degli ultimi anni.
“Vorremmo essere pragmatici. Occorre superare i trattati di Dublino, e per farlo serve unanimità in Europa. Non si può parlare di blocco navale, come fanno Meloni e Salvini, non solo perché non è umana come applicazione, ma perché proprio non si può fare. Stiamo cercando di contrastare il traffico del commercio degli esseri umani. Chi si mette in viaggio, chi arriva da noi non può essere lasciato ai margini: ci vuole un progetto di formazione, di integrazione, perché possano lavorare. Se ciò non avviene: se non vengono integrati, se non parlano la lingua, se non hanno diritti, se non possono accedere al posto di lavoro, purtroppo diventano persone disperate, e prede facili della criminalità organizzata, diventando in alcuni casi un problema di sicurezza”.
Riccardo Lionetto