Disturbi del neurosviluppo,
più che raddoppiate le diagnosi
“Negli ultimi 10 anni in Italia le diagnosi per disturbi del neurosviluppo in età infantile sono raddoppiate. Sono aumentate del 40 per cento anche le certificazioni per offrire ai bambini adeguato sostegno in ambito scolastico”. Come spiega la neuropsichiatra Vera Cerioli, riportando gli esiti di un’indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2022, “anche nel Cremasco la tendenza è confermata. Al polo di neuropsichiatria infantile di Asst Crema registriamo circa 200 nuovi invii di bambini tra gli 0 e i 6 anni l’anno. Per disturbi del neurosviluppo intendiamo la disabilità intellettiva, i disturbi della comunicazione, i disturbi dello spettro autistico, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, il disturbo specifico dell’apprendimento e i disturbi del movimento. Si manifestano nelle prime fasi dello sviluppo e possono dare adito a limitazioni specifiche o ad una compromissione globale delle abilità. Per i nostri servizi oggi rappresentano una sfida importante, rispetto alla quale è necessario che la società tutta maturi un adeguato grado di consapevolezza. Ecco perché è importante parlarne, sempre, non solo il prossimo 11 maggio in occasione della terza giornata nazionale dedicata”.
L’iniziativa, a livello nazionale, viene promossa dalla Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e focalizza l’attenzione sui “nuovi orizzonti tra ricerca e clinica”. “Ci ricorda quanto anche la ricerca in questo ambito ricopra un’importanza notevole, a partire dalla consapevolezza che la diagnosi di un disturbo del neurosviluppo può essere evolutiva e quindi può richiedere un mutamento di intervento nel corso del tempo per offrire ai bambini e ai ragazzi una buona qualità di vita”.
Fondamentale è “la diagnosi precoce, necessaria per garantire un intervento precoce per tipologie di disturbi che sono cronici per natura, ma rispetto ai quali, con un valido intervento riabilitativo, sin dai primi momenti di vita, si possono trovare appropriati adattamenti”. L’eziologia di questi disturbi dipende da diversi fattori, “di certo, però abbiamo registrato un forte aumento dopo la pandemia. Sicuramente incidono fattori ambientali, di stress, culturali, traumi durante il parto su una base genetica di vulnerabilità”.
In presenza di alcuni sintomi “che possono spaziare dalle difficoltà di adattamento, a quelle di linguaggio, fino a deficit della comunicazione è bene rivolgersi agli specialisti”. Un occhio di riguardo va ai bimbi prematuri: “nel 20 per cento dei casi sviluppano un disturbo del neurosviluppo, per questo promuoviamo la presa in carico nel nostro ambulatorio di follow up dedicato”.
I disturbi del neurosviluppo possono presentarsi isolati o associati ad altre patologie. “Presso il nostro polo di neuropsichiatria infantile viene effettuata una prima vista neuropsichiatrica, con l’affiancamento di altre figure professionali, quali lo psicologo ed il fisioterapista”. “L’approccio multiprofessionale è di fondamentale importanza per garantire una presa in carico globale della persona, della sua famiglia e dei relativi bisogni” evidenzia la responsabile della neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza Alessandra Foppa Pedretti. “I genitori svolgono un ruolo attivo durante tutto il periodo di presa in carico, dalla ricerca di una diagnosi alla fase riabilitativa perché, se noi siamo gli esperti tecnici, i genitori restano i veri esperti del proprio bambino. Li sosteniamo adeguatamente, prima nella fase di accettazione e poi con un percorso di parent training per favorire l’acquisizione e il consolidamento di autonomie del proprio bambino, sempre partendo dalla consapevolezza che sia fondamentale una presa in carico individualizzata, personalizzata, cucita a misura di quel bambino per aiutarlo nella realizzazione del proprio progetto di vita”. Con i genitori è utile “creare un’alleanza anche per comprendere i bisogni del loro figlio in un dato momento”. Gli interventi proposti non possono essere statici, “devono essere appropriati alle esigenze in un dato momento. Talvolta possono essere utili interventi riabilitativi ciclici: il piano d’intervento è personalizzato”.
Lo sforzo da parte dell’unità operativa cremasca, al fine di soddisfare tutte le richieste è massimo: “stiamo approntando una riorganizzazione degli interventi, anche a base ciclica appunto, per assicurare l’intervento giusto al momento giusto a tutti i nostri bambini e al tempo stesso fare spazio a nuove valutazioni”.
La carenza di risorse umane resta la difficoltà principale: “oggi l’equipe multiprofessionale si compone di 15 persone, precisamente: due neuropsichiatre, tre psicologhe, tre psicomotriciste, una logopedista, un’assistente sociale, un’infermiera professionale, tre fisioterapisti e un educatore”. Quella per la cura dei disturbi del neurosviluppo resta “una sfida importante, ma serve costruire una consapevolezza diffusa, a tutti i livelli”.