Scuole

Vittime del Terrorismo:
l’iniziativa del Racchetti

Un approfondimento su una pagina buia della nostra storia repubblicana, quello fatto dagli studenti della classe 5 B del liceo classico Racchetti di Crema, che assume ancor più significato oggi 9 maggio, Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo, ricorrenza istituita con una legge del 2007, nella data in cui fu ritrovato nel 1978 il corpo di Aldo Moro, rapito e ucciso dalla Brigate Rosse.

Nell’ambito delle iniziative di educazione civica, la classe del Racchetti ed in particolare, gli studenti Alice Boccù e Samuele Marchetti, supportati dai docenti Ilaria Tresoldi e Paolo Rossella, ha indagato ciò che sono stati gli “Anni di piombo”.

Per farlo i ragazzi hanno incontrato Matteo Dendena, vice presidente dell’Associazione Vittime Piazza Fontana e nipote di Pietro Dendena, una delle diciassette vittime dell’attentato terroristico alla filiale della Banca Nazionale dell’Agricoltura del 12 novembre 1969 a Milano. Il risultato è stata una lunga intervista, a Matteo ed al papà, figlio di Pietro Dendena, che noi vi proponiamo integralmente nel file allegato.

“Voci e ricordi di Piazza Fontana”, l’hanno intitolata così i due studenti di quinta del classico, partendo dal concetto di memoria per “abbracciare” quanto è accaduto nel passato, perché ciò possa plasmare noi stessi, il nostro presente, le nostre vite. Conoscere la storia significa essere consapevoli che ciò che è accaduto può ancora essere. Non ricordare equivale a pregiudicare, tristemente, il nostro futuro”.

L’intervista a Matteo Dendena ha completato un articolato percorso di conoscenza di quello che è accaduto nel nostro paese in quegli anni, fatto anche di raccolta di documenti, visione di filmati, visite guidate: “Abbiamo scelto di addentrarci ancor di più nel tema, fino ad arrivare alle voci dei suoi testimoni, per chiarire i dubbi che ci sono inevitabilmente sorti di fronte alle ingiustizie ed incongruenze del passato” commentano Alice Boccù e Samuele Marchetti descrivendo il loro lavoro, fatto anche di approfondimenti sul lungo iter giudiziario relativo alla strage di Piazza Fontana.

Nell’intervista ai rappresentanti dell’Associazione Piazza Fontana, le sensazioni e i sentimenti più profondi raccontati da chi li ha vissuti attraverso le parole dei familiari, per una tragedia che non è stata mai dimenticata e non deve mai esserlo: una storia da raccontare e far ricordare.

L’impegno nell’Associazione, gli incontri con i giovani e gli studenti, i sentimenti dei familiari costretti ad assistere ad un lunghissimo procedimento giudiziario, questi alcuni dei temi affrontati nell’intervista a Matteo e Paolo Dendena. “Mio padre è sempre stato un uomo buono, e so cosa significa perdere una figura del genere – ha detto Paolo Dendena rispondendo alle domande dei due ragazzi – Era un uomo giusto, molto responsabile, un grande lavoratore. Di fronte ad una mancanza simile, mi sento di dire a chi anche oggi perde i propri genitori in guerra o per gli attentati terroristici, che bisogna farsi forza e comprendere il potere del ricordo, perché nessuno vuole che tragedie del genere debbano ancora accadere”.

Ilario Grazioso

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