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Rotary Visconteo e Panathlon:
le imprese dell’alpinista Ruffoni

Un intermeeting con al centro la montagna quello di martedì a Villa Toscanini per il Panathlon Club Crema ed il Rotary Club Pandino Visconteo. Relatore della serata Filippo Maria Ruffoni, alpinista 37enne di Montodine, che qualche settimana fa ha conquistato la sua quinta vetta, scalando i 5650 metri del Pico de Orizaba in Messico, dopo aver collezionato le ascese dell’Elbrus (5642 metri) nel Caucaso, del Monte Kenya (5047 metri), del Kilimangiaro (5895 metri), del Kazbeg (5054 metri) in Georgia.

Uno score che completa la collezione delle vette sopra i cinquemila metri raggiunte dall’alpinista cremasco, grazie a una scrupolosa preparazione fisica e mentale, che si aggiungono alle grandi montagne dell’arco alpino. In apertura della serata, nelle comunicazioni di servizio del presidente Panathlon Massimiliano Aschedamini il riferimento alla partecipazione del Club sabato scorso a Cremona, alla cerimonia per il centenario dell’Associazione Cronometristi Cremonesi “Luigi Bonfanti”, e la recente nomina di due donne alla vicepresidenza del Panathlon Crema: Emilia Calicchio e Monica Bernasconi. Da parte sua, il presidente del Rotary Visconteo Paolo Spadari ha ricordato la partecipazione del Visconteo all’appuntamento dello scorso weekend a Piacenza per l’Expo rotariano.

Nella parte centrale della serata il racconto dell’alpinista montodinese, imprenditore nel settore della legna da ardere, scandito dalla suggestiva documentazione fotografica a corredo delle sue imprese, a partire proprio dall’esperienza messicana. Dalla partenza intorno all’una di notte dal campo base, situato a poco più di 4 mila metri, all’arrivo in cima prima delle 8 del mattino, perché “la salita avviene sempre di notte in quanto il ghiaccio è più stabile” ha spiegato Ruffoni.

Qualche giorno prima di affrontare il Pico de Orizaba, Ruffoni aveva effettuato però una prima fase di acclimatamento con la salita al vulcano La Malinche a quota 4400. E proprio l’acclimatamento è una delle azioni da tenere nella massima considerazione nella fase di preparazione: “Questo è fondamentale perché – ha precisato Ruffoni – per sentirsi a proprio agio in alta quota è necessario seguire un percorso di acclimatamento per abituare il corpo alla carenza di ossigeno”.

Scorrendo le immagini dell’impresa messicana, l’alpinista montodinese si è soffermato sul riconoscimento ufficiale ricevuto dal presidente dell’associazione alpinistica Servimont dello stato messicano di Puebla, Gerardo Reyes Carlin, senza dimenticare i ringraziamenti per le guide alpine, il gruppo escursionistico Lupi delle Vette ed il suo maestro Edmond Joyeusaz.

Ruffoni ha poi sottolineato l’importanza della conoscenza delle tecniche di alpinismo in alta quota, requisito essenziale per affrontare vette sempre più alte e, accanto a questo, l’importanza della pianificazione che precede la partenza, al fine di definire percorsi, materiali, aspetti amministrativi ed economici: dai permessi richiesti dai vari paesi, alle tasse di ingresso nei parchi, con qualche curiosità. “Ad esempio, per il Monte Kenya, ad incassare la tassa d’ingresso è il governo cinese, perché – ha spiegato Ruffoni – il paese africano ha ceduto questo diritto”.

L’alpinista cremasco si è soffermato anche sui cambiamenti climatici ed i conseguenti problemi legati al disgelo in alta quota, sul supporto di cavalli e muli per il trasporto del materiale, ed anche sulle sue esperienze nella savana. Quanto ai costi di queste spedizioni, dipendono in primis da quelli sostenuti per gli ingressi nei parchi e poi ci sono da considerare le attrezzature utilizzate che grazie all’evoluzione nelle tecnologie e nei materiali, ora segnano un’importante voce: scarponi, picozze, ramponi, il materiale che si usura, le corde, l’acqua per bere, i rilevatori gps.

“Si va da qualche migliaia di euro a decine di migliaia” ha detto Ruffoni che è ormai pronto per la spedizione in Himalaya del prossimo autunno: “25 giorni è il tempo minimo per una spedizione sull’Himalaya e lì – ha concluso Ruffoni – mediamente per i permessi l’importo si aggira sui 3500 dollari fino ai 15 mila per l’Everest.

 

Ilario Grazioso

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