Sensibilizzazione sulla mafia: il
Comune di Crema incontra i giovani
Marzo di sensibilizzazione per l’amministrazione comunale di Crema, che ha dato il via al progetto “Per il fresco profumo di libertà”, nel quale coinvolge tutte le diciannove classi terze delle scuole medie di Crema.
L’assessore alla Cultura Giorgio Cardile, infatti, sta incontrando ogni classe per sensibilizzare i giovani cittadini sull’importanza della memoria e della consapevolezza civica nella lotta contro la criminalità organizzata.
Come sosteneva il giudice Paolo Borsellino: “La lotta alla mafia non deve essere solo una distaccata opera di repressione ma un movimento culturale, morale ed anche religioso che coinvolga tutti, soprattutto le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.
Durante questi incontri, il focus sarà il contrasto dell’indifferenza che alimenta l’oblio e che continua ad arrecare dolore alle famiglie colpite dalla violenza mafiosa. Il progetto si propone di promuovere un sentimento di cittadinanza attenta e responsabile, fornendo spunti per un’analisi approfondita dei fenomeni mafiosi, valorizzando le esperienze di antimafia.
L’obiettivo è quello di andare oltre la semplice rappresentazione della vittima, restituendo dignità alle storie delle persone colpite, riconoscendo il valore etico e civile delle loro testimonianze. È fondamentale comprendere che ogni vita spezzata dalla criminalità mafiosa rappresenta una perdita non solo per le famiglie coinvolte, ma per l’intera comunità e per il Paese nel suo complesso.
Dopo le festività pasquali, i ragazzi coinvolti nel progetto parteciperanno a laboratori che culmineranno il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci. Questo momento di restituzione alla città sarà un’occasione per riflettere sulle testimonianze raccolte e rinnovare l’impegno collettivo nella lotta contro le mafie.
L’ Assessorato alla Cultura sottolinea l’importanza di una memoria responsabile, che eviti stereotipi e retoriche dannose. È essenziale de-costruire l’idea dell’eroe e riconoscere il valore di ogni persona colpita dalla violenza mafiosa, senza distinzioni di ruolo o circostanza. Ed è altrettanto importante comprendere quanto pericolosa sia anche oggi la mafia, soffermandosi sull’incidenza che questi fenomeni criminali hanno sull’economia reale del Paese e sui diritti delle persone.
Prima di commemorare le vittime, è cruciale riflettere sull’idea stessa di memoria. Attivare una riflessione sul tema “memoria” significa esercitare una memoria viva e significativa, che va al di là della mera commemorazione sterile. Nella memoria delle vittime innocenti e nel dolore dei loro familiari si cela la storia del nostro Paese e uno stimolo per ricostruire le verità nascoste e riaffermare percorsi di giustizia negata.
Partendo da singole storie, possiamo cogliere appieno il senso e il valore di una memoria complessiva e collettiva, fondamentale per intraprendere percorsi consapevoli di crescita civile. Non facciamo delle storie delle vittime innocenti “frammenti” di una memoria “compartimentata”; fare memoria significa connettere storie drammatiche e positive, per raccontare la vita di un luogo, di una comunità e, da qui, di un intero Paese.
Essere “portatori di memoria viva” rappresenta un’opportunità di crescita umana, sia per i ragazzi che per l’intera comunità. Queste vite e storie sono un patrimonio collettivo che va ben oltre l’impegno di Libera e dei familiari; devono essere custodite da tutti noi, cittadini consapevoli del nostro ruolo nella lotta contro le mafie.
Il percorso educativo intrapreso dal Comune di Crema va oltre il mero ricordo delle vittime, ponendosi come obiettivo primario quello di coltivare una memoria viva e significativa. Non si tratta semplicemente di commemorare, ma di esercitare una memoria che possa alimentare percorsi di giustizia e consapevolezza civica.
Nella memoria delle vittime innocenti e nel dolore dei loro familiari, si cela la storia stessa del nostro Paese. Questi racconti drammatici sono uno stimolo per ricostruire le verità nascoste e riaffermare percorsi di giustizia negata. Ogni storia individuale diventa così un tassello fondamentale per una memoria complessiva e collettiva, indispensabile per intraprendere percorsi di crescita civile consapevole.
Il progetto si propone di evitare una memoria compartimentata, dove le storie delle persone vittime innocenti di mafia diventino semplici frammenti. Fare memoria significa connettere storie drammatiche e positive, riconoscendo l’evoluzione e l’involuzione sul piano dei diritti, della giustizia sociale e della dignità individuale. È un racconto vivo e articolato che permette di narrare la vita di un luogo, di una comunità e di un intero Paese.