Politica

Ponte Cadorna, Italia Viva rincara
la dose: "Vogliamo un confronto"

Nuovo giro di conferenza per la sezione cremasca di Italia Viva, che questa mattina ha rispolverato la delicata questione della chiusura del Ponte Cadorna a Crema, concentrandosi principalmente sulle differenze poco motivate, secondo il partito, dei due progetti di ristrutturazione dell’infrastruttura: quello del 2021 e quello del 2023, entrambi proposti dalla ditta Mtse di Lecco.

“Mi sono concentrato su tre punti in particolare, modificati nei due progetti senza motivi validi – spiega l’architetto Enzo Bettinelli – Stato di degradazione ponte: non ci sono stati peggioramenti in due anni, tali da rivedere il progetto; La normativa risale al 2018 e non è mai cambiata; Il progetto di calcolo invece risale al 2019 ed il modello di ristrutturazione è lo stesso. Aggiunte una serie di lavorazioni che lasciano perplessi”.

Bettinelli accenna anche alla variazione dei costi, derivante dalle modifiche progettuali: “Si parte da 871 mila euro nel 2021, a 1.570.000, iva esclusa, nel 2023 – continua – L’incremento costi è di circa il 15%, valore credibile calcolando il Covid e l’aumento del mercato edilizio. Incremento del 78% dei costi complessivi della struttura. Se lo stato del ponte è uguale, così come la normativa, perché il costo è più alto? Le variazioni nascono da che cosa? Gli elementi accettati sono: restauro e sostituzione di alcuni elementi. Nel secondo progetto gli elementi sono di più”.

La parte politica, invece, spetta al consigliere comunale Simone Beretta, il quale rincara la dose sulla questione terzo ponte provvisorio: “Sarebbe un azzardo clamoroso non farlo, da non dormirci la notte – tuona Beretta – Ma perché il sindaco ha fatto le assemblee nei quartieri? Se vado a dire che cosa faccio devo andarci con carte e progetto. Nelle assemblee, chi ci ha messo la faccia fino al giorno prima, ovvero Giossi, è stato relegato tra il pubblico senza spiegare le cose. Anche l’assemblea dell’area omogenea non può pensare di restare in silenzio. Ma come si fa a fare una gara, bandirla e aggiudicarla, per poi annullarla?! A smenarci è l’amministrazione pubblica. Vorremmo un confronto serio: come si fa un progetto e poi cambiarlo? Bisogna giustificare i cambiamenti all’interno del progetto”.

“Si deve intervenire sul ponte perché è una questione di sicurezza, e su questo non si transige – ricorda Paola Orini – Non si può pensare di dividere in due la città, non riguarda solo Crema ma tutto il territorio che passa da quella zona. L’amministrazione deve trovare il modo di non creare disagio ai cittadini. Un disagio che crema e cremasco non può sopportare”.

La chiosa, invece, spetta a Tiziano Guerini che ribadisce la necessità di interloquire con la maggioranza e col sindaco, per spiegare il punto di vista del partito riguardante il territorio, in particolare la Gronda Nord ed il ponte: “Noi di Italia Viva non facciamo proclami ideologici – spiega Guerini – Cerchiamo sempre di proporre soluzioni finalizzate al bene della città e del territorio. Quando si parla di piano regolatore o di progettazioni, tutto deve avere una logica. All’interno di essa si verifica un’ottica di progettazione della città, per singole iniziative slegate fra di loro , ma al contrario all’interno di una visione complessiva”.

 

Riccardo Lionetto

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