Violenza sessuale durante le visite
Arrestato medico del lavoro
Un medico del lavoro è stato posto agli arresti domiciliari la sera 12 marzo, dai carabinieri di Crema, perchè gravato da pesanti indizi di violenza sessuale nei confronti di quattro donne durante le visite di idoneità lavorativa.
La misura cautelare è stata emessa dal GIP di Cremona su proposta della Procura della Repubblica che ha condiviso le risultanze investigative dell’Arma. L’uomo è residente in un’altra provincia.
Tutto è partito dalle denunce presentate a fine gennaio scorso da quattro donne, tutte dipendenti della stessa azienda, che hanno effettuato una visita da un medico del lavoro per conseguire il certificato di idoneità lavorativa. La visita era stata condotta con modalità un po’ diverse dal solito e aveva suscitato perplessità tra le donne. Quando si sono confrontate tra loro commentando l’andamento della visita, hanno scoperto che tutte avevano subito lo stesso trattamento, consistito in palpeggiamenti e toccamenti del corpo, non necessari ai fini dell’esame medico.
Ciascuna di loro sarebbe entrata nello studio del dottore e quest’ultimo, con una scusa, avrebbe appoggiato le parti intime contro le mani di tutte loro. Poi le avrebbe fatte sdraiare e le avrebbe palpeggiate sui seni, sui glutei oppure toccate sulla schiena o sull’inguine. Modalità pressoché identiche per tutte le donne, che si sono rivolte al datore di lavoro al quale hanno raccontato quanto accaduto e, successivamente, si sono presentate dai Carabinieri di Crema per le rispettive denunce.
Le indagini dei Carabinieri hanno consentito di raccogliere elementi utili a comprendere la dinamica degli eventi, acquisendo i primi importanti elementi indiziari a carico del presunto autore del reato. Tutte avevano avvertito la condotta del medico come illecita, ma nessuna di loro, tranne una, aveva reagito.
Tenuto anche conto che il medico del lavoro, nell’esercizio delle sue funzioni, ricopriva la figura di incaricato di pubblico servizio, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cremona ha condiviso le investigazioni di Procura e Carabinieri, evidenziando l’insidiosità, la ripetitività e la sistematicità della condotta, ritenuta particolarmente subdola, e la possibilità di ripetizione dei reati della stessa specie.
Da qui, poi, la notifica degli arresti domiciliari al diretto interessato. gb