Fiab, preoccupazione per
la qualità dell'aria a Crema
Fiab riporta l’attenzione sul tema della qualità dell’aria, non solo per parlare di dati ma per rendere più visibile l’emergenza impalpabile che ci circonda e che sempre più cittadini sperimentano.
A Crema il 18 febbraio è stato un giorno record per l’inquinamento. I dati Arpa sul PM10 indicano che la qualità dell’aria è stata “molto scarsa” con una media di 113 µg/m³. Per la legislazione italiana il valore limite è 50 µg/m³. Un valore di 113 può portare a conseguenze gravi soprattutto in persone sensibili in concomitanza di sforzi e attività fisiche e/o lunghe esposizioni all’aperto.
Il peggioramento continuo delle condizioni del PM 10 è stato evidente negli ultimi 10 giorni, con un aumento costante della tossicità dell’aria che precede di 4 giorni la data dell’ultimo rilevamento (18/02). Da questi dati è possibile creare delle stime di previsione tenendo sotto controllo le indicazioni del meteo.
Sul territorio di Crema purtroppo non è ancora presente la rilevazione delle più pericolose PM2.5 che, stando a rilevazioni non ufficiali ma comunque attendibili, restituiscono un quadro anche peggiore. Il 18 febbraio 2024 è stato il ventiseiesimo giorno di sforamento dall’inizio dell’anno (da normativa solo 35 possono essere i giorni di sforamento in un anno).
Se il trend rimane lo stesso dell’anno scorso probabilmente a fine del secondo mese dell’anno rischieremo già di sfiorare quel limite. Dal sistema di rilevamento in tempo reale sappiamo che anche ieri (19/02) la situazione è stata simile se non peggiore, e così probabilmente sarà fino a quando venti e piogge non faranno la loro comparsa.
Alla pericolosità oggettiva dell’aria che respiriamo si aggiunge un’angosciante mancanza di divulgazione dei pericoli e di tutela della salute pubblica che viene costantemente sottovalutata. Sono pochi i cittadini che si pongono il problema e quei pochi si sentono in balia di qualcosa che non possono controllare e che le istituzioni non sembrano farsene carico.
Così scrive Fiab: “Siamo davvero sicuri che non si possa fare qualcosa anche se il problema è di natura sistemica? Data la possibilità di prevedere con un certo grado di sicurezza il meteo è possibile fare altrettanto con le potenziali condizioni di tossicità dell’aria e informare le persone in tempo reale, soprattutto quelle più sensibili e con maggiori conseguenze sulla salute. A questo si dovrebbe aggiungere un’adeguata divulgazione sui comportamenti da adottare per minimizzare la propria esposizione agli inquinanti: ad esempio consigliando di evitare di uscire o di farlo munendosi di determinate mascherine e/o utilizzare determinati sistemi di ventilazione e filtraggio meccanici in casa e nei luoghi di lavoro.
La politica è responsabile di ciò che si prende carico e di ciò che decide di non prendersi carico.
• Dovrebbe far riflettere che durante l’ultima giornata del Carnevale, con una presenza di circa 10.000 persone, non ci sia stato nessun tipo di informazione o avviso sullo stato della qualità dell’aria vista la numerosa presenza dei più piccoli e dei cittadini che hanno una salute più vulnerabile.
• Ci chiediamo inoltre come sia possibile che non esista un controllo e una pianificazione da imporre sullo spargimento di liquami e liquidi zootecnici che sono tra le cause dirette dell’innalzamento dei valori del particolato, soprattutto nei giorni precedenti alle grandi manifestazioni.
• Infine, ci domandiamo se le scuole abbiano già iniziato a seguire le linee guida del Dpcm del 26 luglio 2022, ad esempio monitorando gli spazi interni dell’ambiente scolastico per predisporre eventuali piani di intervento”.
“Crediamo fortemente che si possa fare di più per ridurre i livelli di tossicità dell’aria e che sia fondamentale l’impegno dei singoli cittadini – conclude Fiab – Non dimentichiamo però che la responsabilità ultima nella guida al comportamento di questi ultimi risiede nelle istituzioni, che hanno l’onore di guidare la quotidianità degli individui e fornire buone pratiche da seguire. Chiediamo quindi che la politica e le istituzioni tutte, a cominciare da quelle situate nel territorio cremasco agiscano tempestivamente negli interessi della salute pubblica delle persone. Siamo sicuri sia terminato il tempo in cui i leader mettano la salute di persone e ambiente in secondo piano al profitto di aziende e commercianti che non rispettano le vigenti norme nazionali ed europee. La tutela della salute delle persone è inscindibile dalla tutela dell’ambiente e da una visione del mondo in cui è fondamentale prendersi delle responsabilità, fare scelte impopolari e pianificare il cambiamento sul lungo periodo”.