Assemblea a San Bernardino:
cresce l’ipotesi del ponte provvisorio
Dalla partecipata assemblea di ieri presso la sala dell’oratorio di San Bernardino, la seconda in pochi giorni avente ad oggetto il confronto del sindaco Fabio Bergamaschi con i cittadini, rispetto alla chiusura al transito per un anno circa del ponte di via Cadorna, parrebbe che la prospettiva della costruzione di un ponte provvisorio, non è certezza, ma più di un’ipotesi.
Questa la sostanza delle oltre due ore di analisi, confronto, domande, a cui hanno partecipato oltre al sindaco, i tecnici dello studio MTS Engineering di Lecco, gli ingegneri Michele Fringuelli e Leonardo Delle Rose ed il geometra Christian Susat.
Partendo dal dato oggettivo della necessità di intervenire sulla centenaria struttura in ferro dell’ammalorato ponte di via Cadorna, “l’unico ponte della città” aggiunge il sindaco, diretta conseguenza dei lavori di manutenzione straordinaria per un importo di circa due milioni di euro, è proprio la consapevolezza dei disagi che gli abitanti dei due popolosi quartieri cittadini di Castelnuovo e San Bernardino si apprestano a vivere.
Disagi che si ripercuoteranno sui flussi di traffico cittadini, considerando la posizione strategica del ponte e che comporteranno prevedibili e importanti danni economici agli esercizi commerciali dei due quartieri, per i quali il capitolo ristori sarà tutto da scrivere.
Di questo l’amministrazione, presente ieri anche con gli assessori Cardile, Bordo, Fontana, Musumary, ne è consapevole e proprio per questo ha voluto testimoniare vicinanza e disponibilità al confronto, attraverso queste due partecipate assemblee.
L’intervento del primo cittadino ha caratterizzato la prima parte, con Bergamaschi che ricorda le indagini che hanno portato alla decisione di intervenire sul ponte, risultato delle normative e della maggiore consapevolezza sul monitoraggio dei ponti, diretta conseguenza della tragedia del ponte Morandi.
Per il sindaco, non può essere sottaciuta, né liquidata con superficialità la questione del vincolo che grava sul ponte da parte della Soprintendenza, per cui scartata l’ipotesi dell’abbattimento e della sua successiva ricostruzione, l’unica strada percorribile resta l’intervento di conservazione durevole nel tempo, che però impatta pesantemente sulla quotidianità dei cremaschi, per la chiusura al transito dell’unico ponte e quindi con la necessità di pensare alle azioni di mitigazione dei disagi.
Chiariti i tempi di avvio dei lavori, che saranno successivi alla chiusura del cantiere in essere sulla tangenziale e dell’apertura del sottopasso di via Stazione, è ora il tempo del confronto sul cosa fare, per mantenere accettabile il trasporto cittadino nell’anno di lavori sul ponte.
Ed ecco che l’ipotesi del ponte provvisorio, comincia a prendere piede, considerate le ragioni tecniche che impediscono lo svolgimento dei lavori sul ponte di via Cadorna in presenza del traffico veicolare. Il sindaco mette subito in chiaro che su questo argomento, non si può cadere nella faciloneria: “Qui non giochiamo con i Lego o con le Playmobil, bisogna avere senso del realismo rispetto ai costi e ai tempi”, dice Bergamaschi che conferma come il ragionamento sul ponte provvisorio si sta facendo.
Ma dove collocarlo? Le opzioni sarebbero due, una a monte, nella zona del parcheggio della Buca, l’altro a valle, in corrispondenza della passerella Bettinelli, ma ancora tutto è da studiare e approfondire, tenuto conto anche per il ponte provvisorio, oltre che della scelta riguardo alle soluzioni tecniche più idonee, anche del rispetto dei vincoli idrogeologici e geologici. Dopo le presentazioni tecniche dei due ingegneri, la parola è passata ai cittadini presenti, i quali hanno manifestato, dubbi, perplessità, preoccupazioni, sul ponte esistente, sulla localizzazione di quello provvisorio, e sia su tempistiche dei lavori, costi, disagi per gli abitanti del quartiere.
C’è chi ha chiesto se qualcuno ha pensato a pedoni e ciclisti, bloccati dai lavori sul ponte Cadorna, in assenza di un ponte provvisorio, con la passerella Bettinelli distante qualche centinaia di metri, che comporta un allungamento del tragitto, non semplice per le persone anziane o con ridotta mobilità.
C’è chi, come l’ex assessore leghista Walter Longhino, ha fatto riferimento ai sottoservizi presenti sotto il ponte, e magari di un passaggio pedonale dedicato, altri, delle difficoltà per coloro che devono recarsi in ospedale, c’è anche chi ha proposto navette gratuite verso il centro. Il sindaco ha preso nota rispondendo che “il ponte provvisorio qualora si potesse fare, è ora la migliore delle soluzioni”. Ad intervenire anche il consigliere comunale Simone Beretta, in qualità di residente, che ha esortato il sindaco a insistere sul ponte provvisorio.
Sullo sfondo anche le richieste dei residenti rispetto alle altre necessità del quartiere: dalla maggiore attenzione per la viabilità, alla manutenzione ordinaria, all’implementazione dei parchi, alla sorveglianza.
Ilario Grazioso