Politica

Crema: Piero Carelli
e l’Europa della pace

Con la presentazione del pamphlet di Piero Carelli, Europa 2.0 Utopie da seminare, è partita ieri sera in Sala Alessandrini la Scuola di educazione alla politica, un percorso che accompagnerà il cammino verso le prossime elezioni europee, “Per un’Europa seminatrice di pace”. Ricco e di qualità il programma, allestito dai “Costruttori di pace”, che mette assieme numerose associazioni del territorio, laiche e cattoliche, e che ha trovato il sostegno dell’assessorato alla cultura di Crema e di CremAscolta. Prima della relazione dell’autore, il saluto dell’assessore Giorgio Cardile, che ha ricordato il valore delle sfide che attendono l’Europa politica, che deve ricoprire un ruolo centrale nella promozione della pace. Poi la parola è passata a Piero Carelli che ha sapientemente tenuto alta l’attenzione del numeroso pubblico in sala, spaziando tra storia, filosofia e attualità, con un filo conduttore unico: i conflitti, ci sono e ci saranno perché inevitabili, ma a fare la differenza sono le loro modalità di gestione. Con le armi, o con la diplomazia e la politica. In altri termini, la scelta è tra la forza della ragione e le ragioni della forza.

“Non entro nella geopolitica, ma occorre andare oltre e abbattere quello che Andrea Riccardi dice essere il muro dell’impossibile”, esordisce così l’autore, che presenta una serie di autorevoli dichiarazioni di Papa Francesco, Tolstoj, Gandhi, invitando alla riflessione rispetto a quale valore è più prezioso: la sacralità della vita, o la libertà, che invece pare essere prevalente, tenuto conto delle tante guerre combattute per la libertà. Le guerre “umanitarie”, Iraq, Afghanistan, Russia-Ucraina, Israele-Gaza, quanti conflitti hanno destabilizzato e destabilizzano il mondo.

Per Carelli, “la cultura del nemico è il primo passo verso la terribile normalità della guerra”, con la sensazione che noi tutti con i nostri comportamenti, alla fine contribuiamo a tener viva. “In qualche misura siamo tutti manichei – commenta Carelli – dividiamo il mondo tra amici che amiamo, qualunque cosa facciano, e nemici, che odiamo qualsiasi cosa facciamo”. Fortunatamente però oggi affrontiamo i conflitti anche con le armi del compromesso politico, e la stessa storia dell’integrazione europea lo insegna: oggi l’Europa, continente caratterizzato da secoli di guerre è un posto di pace, grazie a coloro che appena usciti da un devastante conflitto mondiale, da visionari ci hanno creduto. Oltre ad essere luogo di pace, l’Europa, è anche in grado di promuovere la pace in maniera concreta? L’obiezione che si fa al riguardo – osserva Carelli – è legata ai limiti della politica estera europea, ed allora la risposta sta nell’idea stessa del percorso della Scuola di educazione alla politica: Seminare utopie realistiche, mettendo insieme, idealismo e pragmatismo, sogno e politica, nella convinzione che il mondo può essere cambiato.

Ed ecco l’Europa 2.0, per la cui idea si sono spesi Michail Gorbaciov e Giovanni Paolo II: un’Europa, aggiunge Piero Carelli in grado di completare la costruzione della casa comune, con il sogno di Gorbaciov dell’allargamento a Est e, al contempo, un’Europa capace di accompagnare altri popoli ad intraprendere un percorso analogo. Nella riflessione proposta dall’autore, ricorrente il tema dell’unità nella diversità e di un’Europa a cerchi concentrici, consapevoli del fatto che il mondo è cambiato e l’Europa stessa non è più l’ombelico del mondo. La chiosa finale torna sul pamphlet e sulla sua copertina verde, dove campeggia il disegno di una mano, dei semi e degli alberi, a significare quel seminare utopie realistiche, più volte evocate nel corso della serata, capaci di camminare, favorendo ponti e case comuni, nel rispetto della diversità.

Ma il percorso di “Costruttori di pace” è ambizioso e non si esaurisce con il pamphlet presentato ieri, anzi, si tratta del primo di una Collana di quaderni su Europa 2.0 (il prossimo sarà dedicato a Giovanni Paolo II), e poi, una piattaforma che raccoglie i discorsi di Gorbaciov e del Papa in più lingue e, in vista delle prossime europee, la pubblicazione di un documento che intende impegnare i candidati di questa Circoscrizione: “Vogliamo un’Europa costruttrice di pace, nel continente e dove ci sono le guerre”, conclude Piero Carelli, che per il futuro guarda anche alla creazione a Crema di una Scuola di formazione politica, per una formazione che non rincorre e non esaurisce l’impegno verso la sola ricerca del consenso.

 

Ilario Grazioso

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