Cronaca

Agnadello, una fiaccolata
per la pace nel mondo

In una giornata importantissima e significativa, come quella della memoria in ricordo delle vittime dell’Olocausto, la comunità agnadellese si è riunita per dire no alla guerra, no ai sopprusi, no alle violenze che quotidianamente si affliggono sulle popolazioni civili in molte parti del mondo.

Così il Sindaco Stefano Samarati durante il suo discorso introduttivo: “Una manifestazione senza bandiere, senza simboli, senza collocazione politica o religiosa, ideologica o morale. Una manifestazione volutamente organizzata il 27 gennaio, in una giornata internazionale altamente significativa per tutti: il giorno della Memoria. Oggi come cittadini agnadellesi ma soprattutto come cittadini del mondo, ci siamo riuniti in questa piazza per dire basta, per accendere una luce per la pace, per non dimenticare quanto accaduto e per opporci a tutti i conflitti che giornalmente, alcuni da moltissimo tempo, si combattono in diverse parti del mondo. Prima di lasciare questo microfono dando il via alla manifestazione pacifica ed unirmi a voi, voglio togliermi la fascia, segno di riconoscimento della carica istituzionale che rappresento per essere questa sera, non più il Sindaco di Agnadello ma solamente una persona del mondo”.

La manifestazione si è svolta in maniera silenziosa lungo le vie del paese: da Piazza Chiesa passando per Piazza Castello, luogo in cui dopo la lettura di Beatrice Cernuschi della poesia “La Pace”, Greta Sudati e Lucrezia Taglietti, sulle note di “Imagine” di Jonh Lennon hanno accompagnato il corteo nel percorso verso la Piazzetta dello Studente dove una grande scritta “Pace” illuminata li ha accolti.

Dopo una toccante lettura di Giovanna Maffioli, la deposizione delle fiaccole e la poesia recitata da Carlo Bonizzoni “Prendi un sorriso” di Mahatma Gandhi, il canto “La canzone del Bambino nel vento di Auschwitz” di Francesco Guccini ha risuonato per tutto il quartiere raccogliendo i pensieri e le lacrime dei presenti.

Ancora il sindaco: “E’ necessario che il ricordo diventi impegno nell’educazione al rispetto di ogni persona, nella costruzione di una Democrazia compiuta, nel cammino verso il disarmo. In questo modo, la memoria non viene viziata da contrapposizioni, ma purificata da ogni fanatismo e diventa costruzione di una società diversa, nella vita delle nostre città e dei nostri paesi. La storia ha questo compito: evitare letture distorte dei fatti per una narrazione che sia capace non di cercare colpe e formulare condanne, ma offrire elementi perché alcune tragedie umane non si ripetano”.

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