Cronaca

Assegno di inclusione, 684
richieste in pochi giorni in provincia

L’acronimo è ADI, lo stesso dell’assistenza domiciliare integrata dei Servizi Sociali, ma in questo caso indica l’assegno di inclusione, lo strumento attivato dallo scorso dicembre per sostenere i nuclei famigliari con gravi problemi socio sanitari. In pratica il superamento del reddito di cittadinanza (RdC), abolito dal governo Meloni e sostituito, appunto, dall’Adi e da un altro strumento,  il “supporto per la formazione e il lavoro” (SFL) teso a stimolare le persone a cercare un’occupazione.

Sono 684 le domande arrivate all’Inps della provincia di Cremona alla data del 31 dicembre, di cui 409 già con il Patto di attivazione digitale (Pad) sottoscritto, il che significa che potranno ricevere il beneficio già dal 26 di questo mese (condizione che spetta anche a chi ha presentato domanda entro il 7 gennaio). Un numero considerevole, quindi, se si considera che la possibilità di fare domanda è scattata il 18 dicembre e in mezzo c’è stata la pausa natalizia durante la quale i patronati sono rimasti chiusi.

530 domande riguardano soggetti che precedentemente percepivano il reddito di cittadinanza, quindi il 77%: il dato, a livello nazionale è invece più alto, il 90% di chi ha finora richiesto l’Adi era percettore di RdC.

L’assegno di inclusione è destinato a nuclei familiari con al loro interno almeno una persona minorenne, con più di 60 anni, con disabilità o seguita dai servizi socio sanitari perché in condizione di grave svantaggio.
A differenza del Reddito di cittadinanza, i controlli vengono fatti ex ante, dunque una volta presentata la domanda scattano le verifiche istruttorie dell’Inps per poter disporre i primi pagamenti.

Per le domande presentate dopo il 7 gennaio ed entro il 31 gennaio, con Pad sottoscritto entro il 31 gennaio 2024 ed esito positivo dell’istruttoria, il pagamento di gennaio verrà disposto dal 15 febbraio, mentre dal 27 febbraio verrà pagato l’importo del mese corrente (febbraio).

L’indennità ha un importo massimo annuo di 6mila euro (500 euro al mese), incrementabile in base alla composizione del nucleo familiare e alle necessità abitative (fino ad altri 3.360 euro l’anno, 280 al mese) per una durata di 18 mesi, rinnovabili di volta in volta per 12 mesi dopo un mese di sospensione.

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